Lugano
Vendita stadio, chiarimento con Ghisletta. Ma la tensione resta alta
©Gabriele Putzu
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Redazione
un giorno fa
Dopo lo strappo istituzionale sulla proposta di vendere l’Arena, il Municipio valuta possibili sanzioni. La Sinistra rilancia con 16 domande critiche sul futuro finanziario della Città.

A Lugano, il Municipio ha affrontato internamente lo strappo istituzionale causato dal municipale Raoul Ghisletta, che aveva pubblicamente proposto la vendita dell'Arena sportiva di Cornaredo al patron del FC Lugano, Joe Mansueto, senza tuttavia informare i colleghi. La proposta — respinta dal club — e le successive critiche di Ghisletta alla società e all’Esecutivo hanno inasprito il clima politico. Durante una riunione chiarificatrice, come anticipato dal Corriere del Ticino, a Ghisletta sono state prospettate possibili misure disciplinari, come la segnalazione agli enti cantonali o, in casi estremi, denunce per violazione del segreto d’ufficio o diffamazione — ipotesi che il Municipio vorrebbe evitare per non compromettere la legislatura.

Ghisletta non si tira indietro

Il vicesindaco Roberto Badaracco ha espresso soddisfazione per il confronto e ha ribadito che i disinvestimenti su cui la Città sta riflettendo non dipendono dal Polo sportivo, ma da una difficile situazione finanziaria preesistente. Ghisletta, pur apprezzando il confronto, ha ribadito la sua posizione: Lugano dovrà vendere beni per 200 milioni di franchi, e a pagarne il prezzo saranno i cittadini. Nel frattempo, La Sinistra ha inoltrato un’interpellanza con 16 domande critiche, che chiedono conto delle scelte finanziarie legate allo stadio e delle motivazioni dietro l’opzione dell’affitto anziché della vendita. La questione resta aperta e carica di tensioni politiche.