
Il Consiglio federale ha respinto la proposta ticinese, sottoscritta da oltre cento deputati dei due rami del Parlamento, di introdurre un’imposta per chi attraversa la Svizzera con veicoli a motore, da un Paese confinante all’altro, senza fermarsi. Una tassa che – ha spiegato il Governo – non è in contrasto con la libera circolazione delle persone, non riguardando il traffico turistico, e rappresenta anche una buona alternativa alla questione del pedaggio al San Gottardo. “È il gioco delle parti tra Esecutivo e Legislativo”, sottolinea il deputato democentrista Paolo Pamini, che esprime comunque soddisfazione per la risposta del Consiglio federale. “Siamo molto contenti della conferma scritta ricevuta dall'Esecutivo sul fatto che questa proposta, come noi abbiamo sempre sostenuto, è effettivamente compatibile con gli accordi bilaterali”, afferma Pamini a Ticinonews.
"Contrario per motivi tecnici"
Il Governo sostiene anche di non voler avere un "rot pricing" in Svizzera “e questo, come UDC, non ci dispiace”, prosegue Pamini. L’Esecutivo, in definitiva, “afferma di essere contrario per motivi tecnici, ma noi ticinesi consociamo bene l’autostrada Pedemontana e sappiamo che in fondo non è così difficile implementarla”. In definitiva “la strada per avanzare non è così ripida”. Sulla questione i favorevoli torneranno quindi alla carica. “Abbiamo più di 100 deputati dell’intera Assemblea federale che hanno sostenuto la proposta”, ricorda il deputato ticinese. Il 25 settembre, nella terza settimana, “il Consiglio degli Stati tratterà la proposta fatta da Marco Chiesa. Abbiamo sei mozioni cloni, cinque al Nazionale e una in Camera alta, e quest’ultima è quella che procede più velocemente. Vedremo dunque rapidamente gli sviluppi della cosa”.
"Abbiamo ricevuto conferma delle nostre verifiche"
Il Consiglio federale, sempre nella sua risposta, afferma che servirà un articolo costituzionale “e ci trova d’accordo. L’implementazione non è ovvia, ma non vediamo degli ostacoli che rendano impossibile questo progetto e, ripeto, l’ostacolo maggiore era la conformità con il diritto europeo e su questo punto, il più importante, il Governo ha dato conferma delle verifiche che avevamo fatto in maggio”, termina Pamini.