Ticino
“Soldati non motivati a battersi per un dittatore”
Secondo il già capo dei Servizi d’informazione della Confederazione l’esercito russo sarebbe in difficoltà ma pronto ad attaccare la capitale

Per giorni un lungo convoglio è stato fermo alle porte di Kiev. D’un tratto, però, i mezzi militari russi sono scomparsi, sparpagliandosi tra centri e foreste. Per molti non è un buon segnale ma per capire che cosa significhi questo atto nel contesto dell’invasione russa in Ucraina Peter Regli, già capo dei Servizi d’informazione della Confederazione, è intervenuto in diretta a Ticinonews.

L’obiettivo è la capitale
Regli ha ribadito, come già detto in una precedente intervista, che il “serpente russo sta strangolando la vittima ucraina”. La vittima, però, “è molto motivata e morde” e per questo motivo il “serpente è molto irritato”. Il convoglio russo, ha sottolineato l’esperto, sta ora accerchiando l’obiettivo principale: “la capitale”.

Circondare la città e impedire le partenze
I russi “vogliono Zelensky e la città” e nelle prossime ore, quindi, è verosimile che la capitale venga attaccata. Secondo Regli, in primo luogo, sarà premura dei russi “circondare la città per impedire che i civili escano dalla città” e sfavorire l’approvvigionamento di “viveri e armi”. Ad ogni modo, ha sottolineato, “gli ucraini sono pronti”.

Esercito in difficoltà?
L’esercito russo, nonostante sia uno dei più potenti al mondo, è descritto da molti analisti come in difficoltà. “L’invasore opera su tre livelli, oltre alla politica e la disinformazione, le forze aeree e le armi intelligenti a distanza c’è anche l’esercito che naturalmente deve attaccare e invadere” ma che in questa guerra incontra “la resistenza di un popolo che difende la propria patria”.

“Ragazzi di vent’anni”
I soldati “sono ragazzini di vent’anni” ai quali si è detto all’inizio che si trattava di “un esercizio” e ora questi soldati si rendono conto di dover combattere i loro fratelli o cugini in Ucraina. Per Regli c’è un problema ancora più grande, ovvero la pianificazione della guerra. “Pare che questi giovani abbiano freddo, fame e siano muniti di veicoli che non funzionano”. Insomma, “non sono motivati a battersi per un dittatore”.

Zelensky “eroe di queste ore”
Per l’esperto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in vantaggio per quanto riguarda la guerra dell’informazione. “Ieri è anche sceso in piazza per mostrare video alla sua popolazione. Il presidente ucraino è l’eroe di queste ore e lui cerca di dare coraggio”.

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