Ticino
Semisvincolo di Bellinzona: utilità confermata, ma crescono le pressioni per completare l'opera
©Chiara Zocchetti
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Emanuele Lopa
3 giorni fa
Dopo l'apertura dl semisvincolo autostradale, i benefici sono evidenti. Un'iniziativa parlamentare chiede ora di fare un passo in più. Per ora, molti attori non prendono posizione.

È stato inaugurato da pochi mesi ma ha già cambiato il volto della mobilità nel Bellinzonese: il semisvincolo autostradale di Bellinzona Centro ha portato un miglioramento tangibile per chi arriva da sud. “Siamo molto soddisfatti – spiega Mattia Lepori, municipale di Bellinzona – si è trattato di una rivoluzione viaria per l’intero Bellinzonese. Tutto ha funzionato grazie alla grande preparazione degli enti coinvolti, anche se c’è ancora margine di miglioramento e i monitoraggi sono ancora in corso”.

Le criticità emerse nell’iniziativa

Accanto ai benefici, però, non mancano le criticità. A metterle nero su bianco è un’iniziativa parlamentare presentata da Claudio Isabella, deputato in Gran Consiglio. Il problema principale, spiega, è che “il semisvincolo favorisce chi arriva da sud, ma penalizza chi vive a nord di Bellinzona o arriva da lì. Non c’è una vera entrata e uscita in direzione nord”.

Traffico, disagi e qualità della vita

Secondo Isabella, le conseguenze si fanno sentire ogni giorno: “Penso alla zona di via San Gottardo o alla regione di Galbisio, dove ci sono colonne continue, tutto il giorno. È una situazione invivibile e pericolosa, anche per i bambini. Oltre a questo, c’è il problema del CO2 per chi abita in queste zone”. A differenza di chi proviene da sud, spiega, “chi arriva da nord deve attraversare quartieri residenziali congestionati, e questo non è giusto”.

Una questione di equità

Per il deputato del Centro, si tratta anche di un problema di equità infrastrutturale: “Non è un mettere qualcuno contro qualcun altro, ma semplicemente dare a tutti lo stesso servizio, compresi gli abitanti della regione nord di Bellinzona e delle valli”. Isabella propone dunque un passo concreto: “Chiediamo al Consiglio di Stato di avviare uno studio di fattibilità tecnico-economica, per valutare i costi e poi lavorare con la Confederazione per finanziare l’opera attraverso i fondi federali”.

Il punto di vista del Comune

Anche la Città riconosce che non tutti traggono beneficio dall’attuale configurazione. “Gli abitanti della parte nord sicuramente non vedono gli stessi vantaggi di chi arriva da sud, ammette Lepori, ma stiamo già proponendo misure per migliorare la situazione: una di queste è far lampeggiare il semaforo in via San Gottardo, attivandolo solo in presenza di bus o pedoni. Inoltre, vediamo di buon occhio la riduzione del limite di velocità a 30 km/h in quel tratto”. Quanto alla possibilità di completare lo svincolo? “Oggi è prematuro, afferma Lepori, se ne dovrà discutere in Municipio e in Commissione dei trasporti. Ma il fatto stesso che si apra il dibattito è positivo. Sognare uno svincolo completo oggi non è più un’utopia”.

Guardando al futuro

A chi obietta che si è appena concluso un cantiere e già se ne chiede un altro, Isabella replica: “Capisco possa sembrare prematuro, ma ci sono voluti trent’anni per arrivare al semisvincolo. Speriamo ce ne vogliano meno per completare anche l’altra metà. I bisogni sono cambiati e oggi è più che necessario muoversi subito”. Nel frattempo, si attende di capire se e quando anche gli altri attori istituzionali vorranno entrare nel merito.