Ticino
“Se uno non rispetta le regole pagano tutti”
Marco Jäggli
3 anni fa
Giorgio Merlani spiega i motivi della chiusura del bar Indipendenza, anche se i dettagli rimangono protetti dal segreto d’ufficio: “Se il dialogo fallisce si passa alle sanzioni”. Il gerente: “Il problema è nella situazione in generale”

È di oggi la notizia della chiusura del Bar Indipendenza a Bellinzona, a seguito di diversi assembramenti rilevati nel weekend, che hanno portato il medico Cantonale a prendere questa decisione. Il locale dunque resterà chiuso fino al 28 febbraio.

“Sono arrivati stamattina due poliziotti della cantonale dicendo che dovevamo chiudere con l’accusa di assembramento e per aver fatto consumare pasti o bibite sul posto”, ha spiegato il gerente Felice Lepore a Teleticino, lamentando di aver subito una disparità di trattamento e di aver preso tutte le contromisure possibili per evitare assembramenti: “Perché non chiudere anche il bar di fronte? Secondo me non è un problema del Bar Indipendenza, il problema è della situazione della piazza”. Non ha da darsi qualche colpa per non aver magari fatto una richiesta in più ai clienti di spostarsi? “No, anzi. Io spesso mi arrabbiavo anche con il mio personale, chiedendo loro di aiutarmi per tenere la gente lontana. Volevo addirittura assumere una persona fissa con questa mansione. Purtroppo non potevo permetterlo, ma mi sembra di aver fatto la mia parte fino in fondo”.

Guarda l’intervista completa al gerente Felice Lepore:

Giorgio Merlani: “Se il dialogo non funziona si passa alla sanzione”
Il gerente del bar Indipendenza avrà facoltà di fare ricorso, ma visti i tempi tecnici è probabile che il bar rimanga comunque chiuso. Ma perché si è arrivati a tanto? Perché imporre la chiusura di un solo bar? Teleticino ha posto queste domande al medico cantonale: “Non posso entrare nei dettagli”, ha risposto Merlani, “quello che le posso dire è che se un cittadino o un esercizio non rispetta le misure il primo approccio è il dialogo. Se ci sono situazioni dove si va oltre, dove malgrado gli inviti non cambia niente, ora si passa rispettivamente alla multa a livello federale o alla segnalazione al ministero pubblico. Parlando in generale, si tratta di situazioni dove viene messa in concretamente in pericolo la salute pubblica. Se le misure, che valgono per tutti gli esercizi, non sono rispettate ripetutamente, noi dobbiamo intervenire a tutela della salute pubblica. Infatti, non è la polizia ad essere intervenuta ma il medico cantonale”.

“È anche una questione di parità di trattamento”, ha aggiunto Merlani, “perché ogni bar che rispetta le misure si trova con un tipo di concorrenza che non rispetta le stesse regole. Quindi non è solo una questione di salute pubblica”.

Che differenza con gli altri bar?
“Come accennato all’inizio non posso entrare nei dettagli, ma visto che è lo stesso bar che ha interpellato i media, è pacifico che noi abbiamo valutato la situazione e ci sono diversi motivi per cui questo esercizio viene trattato in modo diverso”. Ma perché non applicare lo stesso metro anche al bar di fronte? “Ribadendo che la questione è coperta dal segreto d’ufficio. Lei vada dal gestore: se è disposto a mettere tutti i documenti sul tavolo e lui svincola si può discutere nel dettaglio perché uno venga trattato in un modo e l’altro in un altro”.

“Situazioni che si ripetono malgrado i solleciti”
Poco fa, davanti al bar indipendenza, diverse persone stazionavano sulla piazza, senza aver ovviamente consumato nel locale, che ora è chiuso. Non si dovrebbe quindi mantenere un certo margine di apprezzamento, per quello che sembra più un problema della piazza? “Non ho visto questa situazione, io posso parlare solo di situazioni che sono state rilevate, oggettivate e messe a verbale. Se il bar è chiuso non mi stupisce che ci siano assembramenti: perché il gestore non c’è più e subisce la questione. In sua presenza invece dev’essere gestita, non subita. Poi è logico che se ci sono 150 persone non sarà il gerente con lo sfollagente a poter risolvere la questione, ma si tratta di situazioni puntuali. Se in certi esercizi si ripetono delle situazioni malgrado i solleciti se ne prende atto e si agisce”.

“Chi non rispetta le regole fa pagare tutti”

“Il problema è proprio quello”, conclude Merlani, “tutte le misure messe in atto sono per contenere i contagi, che vanno abbastanza bene. Se qualcuno non rispetta le regole però pagano tutti e se c’è qualcuno che continua ad alimentare le infezioni perché non si rispettano le regole il rischio è che tutti gli altri esercizi rimangano chiusi magari una settimana in più perché le cifre non scendono”.

Guarda l’intervista completa al medico cantonale:

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