
«Da 6 anni si svolge presso le Cave di Arzo un festival musicale che attira centinaia di turisti, giovani e meno giovani, da tutto il Cantone, dalla vicina Italia e da oltralpe. Mai ci sono state violenze, né necessità di un intervento poliziesco. Questo festival, denominato “La Soleggiata” ha sempre rappresentato un importante interesse pubblico sia per l’indotto che provoca, sia per il marketing dei cosiddetti paesi della montagna (Arzo, Meride, Tremona, Besazio) e per la rinomata regione del San Giorgio». Inizia così l’interpellanza presentata oggi dall’avvocato Tuto Rossi – granconsigliere UDC – rivolta al Consiglio di Stato, dove richiede la rimozione immediata dello “sconcertante divieto provvisionale di svolgere il Festival La Soleggiata alle cave di Arzo”.
Provvedimento falsamente provvisorio
Il Festival, quest’anno, ha dovuto abbandonare il suo sito abituale a causa del ricorso di una famiglia di Tremona, che ha lamentato presunti disagi relativi al rumore. Forse inaspettatamente – e suscitando gran clamore, come visibile dalle parole impiegate nell’interpellanza – il Servizio dei Ricorsi del Consiglio di Stato ha accolto la protesta disponendo un divieto provvisionale allo svolgimento del festival. Un provvedimento che, secondo il deputato Tuto Rossi, è “falsamente provvisorio” poiché una decisione definitiva non arriverà prima dell’inverno: «come sempre quando ci sono pubblici eventi, c’è qualcuno che si lamenta, il più delle volte per egoismo e per frustrazioni personali trasformate in pubbliche idiosincrasie». La decisione, secondo il deputato rappresenta una «flagrante violazione del bilanciamento tra interesse pubblico e interesse privato obbligatoriamente prescritto dal diritto amministrativo in simili circostanze. Il fatto che anche il municipio di Mendrisio sia intervenuto presso il Consiglio di Stato per rimuovere questo divieto provvisionale, dimostra il prevalente interesse pubblico a mantenere questa manifestazione divenuta tradizionale».
Le domande e le richieste
Di seguito le domande e richieste rivolte all’esecutivo cantonale: