
Stabio boccia il progetto “Polizia ticinese”, che punta a “rendere più efficace e più efficiente la collaborazione tra Polizia cantonale e Polizie comunali. Lo fa con una lettera spedita al Dipartimento delle Istituzioni a pochi giorni dal termine della procedura di consultazione avviata dal Dipartimento delle istituzioni, che chiedeva a comuni, sindacati, partiti politici, Conferenza consultiva sulla sicurezza, Associazione Polizie comunali e Polizia cantonale di presentare le proprie osservazioni in merito. Un progetto, ricordiamo, nato per dare al parlamento un'alternativa alla "Polizia unica" proposta da una mozione dell'ex deputato ed ex ufficiale della Polizia cantonale Giorgio Galusero (Plr).
"Non esistono solo questi scenari"
Nelle conclusioni della missiva di cinque pagine, il Municipio di Stabio afferma che "in uno Stato democratico e di diritto, la decisione finale compete al Gran Consiglio e, in caso di referendum, ai cittadini, non di sicuro al Dipartimento delle Istituzioni o tantomeno al gruppo di lavoro". Inoltre, "non esistono solo due scenari, come specificato nel rapporto o comunicato da consigliere di Stato Norman Gobbi, ma esiste anche il mantenimento della situazione attuale che negli anni ha permesso, con i necessari e dovuti adattamenti e accorgimenti, di rispondere ai bisogni della cittadinanza".
"Una riforma non necessaria"
Inoltre, il progetto "appesantisce ulteriormente la struttura governativa di conduzione della Polizia cantonale e comunale, crea ulteriore burocrazia, trasferisce ai Comuni compiti amministrativi e burocratici, riduce le risorse che i Comuni potranno impiegare nella Polizia di prossimità, riduce l'autonomia dei Municipi nell'organizzazione dei compiti di Polizia, crea un clima di incertezza negli agenti di Polizia, introduce una nuova ripartizione dei compiti e delle attività che genererà confusione nella cittadinanza, ma soprattutto cambia una struttura organizzativa oggi funzionante e che garantisce la sicurezza pubblica di questo Cantone". Per questo la richiesta di Stabio al Consiglio di Stato "è di non proseguire con questa riforma non necessaria, politicamente indigesta e controversa".
"Continuare a lavorare con serenità"
Il ritiro dello studio, aggiunge l'esecutivo, "permetterebbe alle Polizie comunali di continuare a lavorare con serenità, alla Polizia cantonale di affrontare la riorganizzazione del proprio servizio senza compromettere le funzioni e la missione dei Comuni e ai Municipi di poter garantire con autonomia il servizio di sicurezza pubblica sul proprio territorio, rispondendo ai bisogni della cittadinanza".
Dito puntato anche sulle tempistiche
Tra le critiche il fatto che "non è la prima volta che la consultazione di progetti importanti è avviata nel corso dell'estate o con tempistiche veramente breve (la consultazione è stata avviata il 16 luglio ndr)". Un lasso di tempo "troppo breve e in un periodo noto per le vacanze e il rallentamento dell'attività istituzionale".