Giudiziaria
Processo White: “Un’organizzazione da circo, altro che criminale”
© Rescue Media
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Laura Milani
3 anni fa
Parola alle difese, oggi a Lugano. Cinque gli imputati alla sbarra per il rogo al negozio d’abbigliamento di Bruno Balmelli, per cui il legale Ettore Item chiede l’assoluzione dal reato di incendio intenzionale.

“Altro che gruppo criminale. Qui siamo confrontati con un’organizzazione da circo. Con un piano degno della banda bassotti”. Questa la risposta della difesa alle accuse promosse ieri dalla magistrata Margherita Lanzillo, che per l’incendio intenzionale al White ha formulato per tutti e cinque gli imputati richieste di pena tra i due e i tre anni.

Contestato il reato di incendio intenzionale

“Addirittura, l’autore del rogo è arrivato dall’Italia con una mazza che si è dimenticato di usare per simulare lo scasso ed è pure rimasto ferito”, ha detto Ettore Item, primo a prendere la parola oggi in aula e legale dell’imputato Bruno Balmelli, per cui la PP ha richiesto la pena più alta (3 anni di cui uno da espiare). Secondo l’avvocato, “Balmelli sì, ha sbagliato. Ma non avrebbe mai immaginato e nemmeno accettato che fosse messo a fuoco il negozio. La sua intenzione era quella di continuare con l’attività”. Di qui la contestazione del reato di incendio intenzionale promosso dalla pubblica accusa, per cui Ettore Item chiede l’assoluzione. Per quanto invece riguarda la tentata truffa, Item chiede che sia limitata a 180mila franchi. In difficoltà finanziarie anche a causa della pandemia, “in un momento di debolezza fisica e psichica”, il commerciante avrebbe chiesto aiuto ad un amico per far sparire la merce vecchia rimasta invenduta in magazzino, disinteressandosi però a tutta la parte operativa. L’amico avrebbe anche detto che nella sua regione di residenza, la Campagna, conosceva dei grossisti. “Balmelli puntava a 200mila franchi al massimo, il valore della merce, nulla di più. Tanto è vero che, una volta giunto in negozio con l’assicuratore, è rimasto ammutolito”.

Smontata la tesi del violento incendio

Smontata in corso di arringa anche la tesi del violento incendio che avrebbe potuto provocare ingenti danni a persone e strutture. “Non c’è stata deflagrazione", ha detto Item. "Alcune scatole e cartoni sono addirittura rimasti intatti. Si è trattato di un danneggiamento con il fuoco”.

"Si è cercato di scaricare sul 38enne tutte le responsabilità"

La palla è poi passata al difensore dell’autore del rogo, l’avvocato Gabriele Massetti. L’imputato, un 38enne italiano residente in provincia di Napoli, è un parente alla lontana dell’amico di Balmelli che ieri sosteneva di essere giunto in Ticino “per far serata con delle ragazze, così mi era stato detto”. “Non un criminale, ha detto Massetti, ma una persona seria, professionalmente attiva in seno all’Esercito e molto apprezzata dai suoi superiori. Poco credibile sia giunto di sua spontanea iniziativa in Svizzera a delinquere. Si è cercato di scaricare su di lui tutte le responsabilità”.

"Il 38enne ha agito sotto minaccia"

Responsabilità che il legale rimbalza a sua volta all’amico di Balmelli e al suo parente, figura centrale, a suo dire, per la conoscenza del territorio, in primis la mappatura della videosorveglianza. “Il mio assistito non faceva parte di nessun gruppo organizzato, essendo entrato a far parte del piano soltanto il giorno stesso dell’incendio. Non si è portato dietro una mazza per tutta Italia: questa gli è stata consegnata”. Il 38enne sostiene di aver agito sotto minaccia, temendo ripercussioni sulla sua famiglia, “dinamiche intimidatorie non consuete alle nostra latitudini”, ha detto Massetti. “Dentro al negozio, ha tergiversato. Ha aspettato due ore perché non aveva il coraggio di agire”. Per lui viene inoltre contestato il reato di tentata truffa e pertanto Massetti chiede una riduzione della pena proposta a 24 mesi sospesi che tenga già conto della carcerazione preventiva.

Parlano le altre 3 difese

A concordare sul fatto che non vi fosse pianificazione, bensì “un crescendo di richieste e scempiaggini”, ci sono anche gli altri legali. In particolare, Pierluigi Pasi, difensore del 45enne amico di Balmelli, che parla di una “brutta e squallida vicenda. Un errore, certo, ma anche solo ipotizzare un vincolo associativo è un’iperbole”. Per il legale Nicola Corti, il suo assistito - il parente di Balmelli - è venuto a conoscenza delle intenzioni incendiarie solo dopo aver portato lo zaino con la tanica di benzina, la mazza e le due bottigliette di bioetanolo al negozio. A quel punto, ha detto Corti, “ha solo ceduto alle pressioni, non ha avuto la forza di opporsi”. Per Corti, inoltre, il reato di tentata truffa è difficilmente imputabile per l’assenza di scasso, condizione "sine qua non". Infine, per l’avvocato Sofia Padlina, la gerente del bar dove gli imputati si sono incontrati, si è trovata coinvolta, suo malgrado, in tutta questa pasticciata vicenda. Ma non sapeva nulla, ha detto, né dell’incendio, né tantomeno della truffa. Pertanto, viene chiesto il suo proscioglimento da tutti i capi d’accusa.