Giudiziaria
 “Un'ideazione diabolica pianificata ad arte”
© Rescue Media
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Laura Milani
3 anni fa
Per la pubblica accusa tutti e cinque gli imputati a processo per l’incendio intenzionale al White sono colpevoli. Chieste pene tra i 2 e i 3 anni.

“Un’ideazione diabolica pianificata ad arte al solo scopo di truffare l’assicurazione”. Ha esordito così la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, in aula alle Assise criminali di Lugano per il rogo intenzionale appiccato l’11 febbraio 2021 al negozio d’abbigliamento White.

"Gruppo criminale organizzato"

“Siamo confrontati con un gruppo criminale organizzato, a modo loro e per un unico evento, certo, ma con delle dinamiche che di solito attribuiamo ai delinquenti anche di stampo mafioso”, ha detto Lanzillo, argomentando: “C’era la base operativa: il bar. C’era il mandante – il commerciante Bruno Balmelli, azionista della società proprietaria del negozio e in difficoltà finanziarie che ha chiesto all’amico di aiutarlo a far sparire la merce. C’era chi garantiva l’operazione e gestiva le relazioni tra mandante ed esecutore, il 45enne italiano amico di Balmelli. C’era l’esecutore materiale che veniva da lontano, il 38enne italiano. C’era anche chi conosceva il territorio e si è messo a disposizione, un parente del commerciante. C’era, infine, chi ha agito da tappabuchi, la gerente, che è andata a prendere il 38enne in stazione a Milano accompagnandolo poi al negozio”. Ruoli che, secondo la magistrata, dalle indagini sono emersi in modo chiaro. L’evento, ha detto, aveva un unico movente: incassare i soldi dell’assicurazione. Fondamentale per giungere ai fermi, il lavoro di un agente della Polizia comunale che ha visionato tutte le telecamere della città. Anche sul posto, ha spiegato Lanzillo, da subito è risultata chiara la natura dolosa dell’evento.

Scopi differenti

La PP, inoltre, lo ha detto chiaramente: da quanto emerso dalle indagini e dai rapporti agli atti, Balmelli, pur demandando tutta l’operatività del piano per non essere coinvolto nella messa in atto, “era a conoscenza che si sarebbe appiccato un incendio. Non ha posto nessun limite ed era assolutamente consapevole”. Mentre “lo scopo del viaggio del 38enne italiano in Ticino era soltanto criminale. Il 45enne nega le minacce, il fatto che non riuscisse a saldare il suo debito risulta poco probabile”. Tutti e cinque gli imputati si sono mostrati “egoisti e spregiudicati, si sono comportati da veri criminali, hanno agito senza scrupoli, chi più, chi meno, mostrando disprezzo per la sicurezza loro e altrui” (l’incendio avrebbe potuto propagarsi anche oltre il negozio).

Le pene

Le pene richiesta dalla PP vanno dai due ai tre anni: per Balmelli è stata chiesta una pena detentiva da 36 mesi (di cui 12 da espiare). Per l'amico 45enne la pena detentiva è di 34 mesi (di cui 12 da espiare), per l'autore 38enne chiesti invece 33 mesi (di cui 12 da espiare). Infine, per il parente e la gerente sono stati chiesti rispettivamente 30 mesi (di cui 6 da espiare) e 24 mesi sospesi. 

 

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