
Continua a far discutere nell’oggi comune aggregato di Quinto la scelta di centralizzare il servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti presso l’ecocentro di Piotta, che di fatto ha chiuso il centro di Rodi-Fiesso, dove resta possibile smaltire vetro, carta, Pet, sacchi dei rifiuti, sagex e plastica. A fine novembre, infatti, per fare chiarezza sulla vicenda, il promotore della petizione “Ripristino del servizio di raccolta degli ingombranti”, Fabio Angelo Rossi, ha chiesto l’intervento del Consiglio di Stato visto “il silenzio delle autorità comunali”.
Posizioni contrapposte
Il Municipio, ricordiamo, il 25 settembre scorso ha pubblicato una risposta in forma pubblica sulle motivazioni, affermando – citiamo – che “i consigli comunali e la popolazione, approvando l’aggregazione, hanno di fatto legittimato la nuova autorità a procedere in questa direzione”, ovvero alla centralizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti a Piotta. Un’organizzazione ritenuta “migliore dal punto di vista organizzativo” e che per le autorità comunali “non crea pregiudizio alla popolazione”. Ma è proprio questo il principale aspetto contestato dall’Associazione SvegliaTi.ch, secondo cui “il centro di Piotta risulta distante e difficilmente raggiungibile da chi non dispone mezzi propri”. A questo si aggiunge l’introduzione della tassa di venti franchi per ogni metro cubo, “un ulteriore ostacolo per molti cittadini”. Secondo il promotore della petizione, inoltre, “la decisione ha un impatto concreto sui residenti delle frazioni periferiche, che devono percorrere fino a 5,5 km in più rispetto ai residenti di Piotta per ogni conferimento, con un costo stimato di circa 5 franchi aggiuntivi per tratta”.
La segnalazione al Consiglio di Stato
Una lettera, quella firmata dal sindaco Davide Gendotti e dal segretario comunale Nicola Petrini, che non basta a chi si è mosso in prima linea per il ripristino del servizio a Rodi-Fiesso. “Il testo”, si legge nella segnalazione inoltrata all’indirizzo del Governo cantonale, “non risponde puntualmente alle questioni sollevate, come ‘i parametri adottati nell’escludere Rodi-Fiesso, i costi aggiuntivi per i cittadini e i criteri oggettivi per ritenere marginale la distanza tra i due centri’”. Per questo motivo, il promotore ha chiesto al Municipio un incontro. “Malgrado più solleciti e una diffida formale, però, una risposta motivata e puntuale non è mai arrivata”. E così, sottolineando che “l’intenzione non è quella di creare conflitti, ma di ottenere trasparenza”, è stato chiesto l’intervento del Consiglio di Stato “per verificare una possibile denegata risposta da parte dell’autorità comunale”.
