
La volata è lanciata. Manca meno di un mese al 28 settembre in cui i cittadini di Lugano voteranno sull'estensione di circa 40km di zone a velocità massima 30km/h, dopo che di esponenti di Lega e UDC hanno raccolto oltre 4'000 firme per portare alle urne il progetto da 1,39 milioni che era stato approvato dal Consiglio comunale. Oggi a Breganzona a scendere in campo è stato il comitato favorevole, chiamato "LuganoZone30", che include esponenti di PLR, Centro, PS, Verdi e associazioni come Pro Velo. Coordinatore è il consigliere comunale Andrea Togni, che ha presentato lo slogan: "La vera libertà rispetta tutti", ribadendo gli argomenti chiave: sicurezza e qualità di vita. "Chi rappresenta il fronte del no dice che è un attacco alla libertà degli automobilista", ha spiegato a Ticinonews. "Io lo sono e sono anche appassionato di auto, e non per questo non capisco che nelle zone residenziali convivono più realtà, e va considerata anche quella del cittadino e del genitore, a cui è giusto dare un'area residenziale in cui ci si possa muovere in autonomia in maniera sicura".
Focus su sicurezza e qualità di vita
Ammettendo che il dibattito si sia già polarizzato, i favorevoli hanno quindi presentato le loro argomentazioni, a partire dalla sicurezza. "Tra 50 e 30 km/h ci sono 20 metri di frenata, invito chiunque a fermarsi contro un muro e fare circa 20 passi. Ci si rende conto che 20 metri sono tanti: la differenza tra un impatto violento e un non impatto", ha proseguito Togni. Non solo sicurezza, ma anche inquinamento fonico: "Il rumore percepito scende quasi del 50% in questo modo. Quante volte alla sera veniamo disturbati da un’auto che passa forte e magari inveiamo, ecco: il ridurre la velocità è proprio il cercare di aumentare la qualità di vita all’interno delle zone residenziali". E poco cambia con le auto elettriche, perché il maggior rumore - hanno spiegato - proviene dalle ruote. I favorevoli hanno quindi portato esempi pratici, come quello di Viganello. "Nessuno si lamenta di vivere in una zona 30. Dalle famiglie ai bambini con piccoli, agli anziani, alle persone con disabilità: ci si sente sicuri a vedere passare le auto a 30km/h. Questo facilita anche le frenate delle auto davanti ai passaggi pedonali e le mamme lasciano più volentieri i bambini ad andare a scuola in bici o a piedi, in modo sicuro. Ciò che può ridurre anche il traffico", ha chiarito Laura Tarchini del Centro. È stato infine sottolineato che quella di 1,39 milioni non è una spesa eccessiva (bensì invece un investimento a favore della popolazione e ben limato dal Consiglio comunale) e nemmeno un primo passo verso un limite generalizzato, bensì solo una questione di buon senso. "In effetti i contrari insistono su questo spauracchio del limite generalizzato. Il municipio si è invece mosso in modo prudentissimo, senza stravolgere niente della mobilità urbana con questa proposta. Semplicemente migliora la qualità di vita nei quartieri toccati", ha dichiarato il consigliere comunale verde Danilo Baratti.
L'annuncio del consiglio federale
Proprio oggi, intanto, Il Consiglio federale si è espresso su questo tema proponendo un inasprimento delle condizioni per introdurre zone 30 negli assi principali, ma senza toccare le strade residenziali. Qualcosa che il comitato vede come un passo positivo. "Dimostra che ci vuole buon senso", ha concluso Andrea Togni, "non può esserci un 30 all’ora generalizzato. È giusto che ci siano strade a 30/50/80/120 all’ora. Mentre nelle zone residenziali ben venga che il Consiglio federale abbia detto che sono zone preposte all'abitare e che quindi siano considerate a velocità limitata".