Cinema
"Per salvare le sale cinematografiche servono soluzioni alternative"
© Zocchetti / Ticinonews
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Redazione
2 anni fa
Parole di Roberto Pomari, direttore del PalaCinema di Locarno che a giugno lascerà le redini a un nuovo direttore. "La sala dovrà cambiare l’offerta: non sarà più sufficiente offrire per un biglietto una poltrona, uno schermo e un secchiello di pop-corn".

“Il mio compito non è mai stato quello di assumere la guida di una serie di interventi che portassero poi alla costruzione di attività del PalaCinema”, ci ha spiegato il direttore Roberto Pomari, “ma quella di assicurare che il Cinema rispondesse alla sua vocazione iniziale: quella di essere un punto di accoglienza, integrazione e competenze relative al cinema e all’audiovisivo a livello cantonale”. E così, a cinque anni dall’inaugurazione, il PalaCinema di Locarno si prepara ad entrare nella fase della maturità. Un cammino che sarà affidato ad un nuovo direttore, col passaggio di Pomari al beneficio della pensione. Una figura a tempo pieno a cui sarà affidato il compito di far conoscere e attirare pubblico e professionisti verso la casa del cinema.

“Si vuole rafforzare il posizionamento nel quadro culturale”

“Vogliamo una crescita della PalaCinema SA di Locarno rafforzando il posizionamento nel quadro culturale cantonale e nazionale”, dice Alain Scherrer, vicepresidente di PalaCinema SA. Questo dando contemporaneamente un ulteriore slancio “al suo scopo di centro culturale e di competenze dell’audiovisivo”. Un settore che vive una situazione paradossale, con volumi d’investimenti senza precedenti, ma con scarsi risultati nelle sale che vanno a profitto delle piattaforme. Affermare che oggi, al di fuori dei Blockbuster, le sale arrancano non è quindi così sbagliato.

Segnali preoccupanti per i cinema

“Sono tre i film che nel corso dell’annata 2022-23 hanno superato la soglia di incasso di un miliardo di dollari a livello globale: Avatar 2, Top Gun: Maverick e Jurassic World – Il Domino”, ci ha spiegato ancora Pomari. Tre film nati da pellicole precedenti, quindi “non c’è stato alcuno sforzo di ricerca innovativa sui contenuti, ma solo sulle tecnologie o con l’aggiornamento di storylines preesistenti. E questo è già un segnale preoccupante”. Tre lungometraggi che hanno costituito degli eventi che sono stati ben accolti dal box office, “ma con queste situazioni denominate ‘tent poles’ noi non salveremo le sale”. Per poterle salvare non sono sufficienti questi pochi film all’anno: “le sale devono poter contare su un introito regolare e questi picchi non permettono di coprire i costi generati dalla gestione e dall’esercizio di una sala cinematografica”.

“Servono soluzioni alternative”

La scorsa settimana a Zurigo “hanno chiuso definitivamente due cinema storici". A detta di Pomari, per evitare la chiusura di altre sale sono necessarie soluzioni alternative. Ma quali? “La sala dovrà cambiare l’offerta: non sarà più sufficiente offrire per un biglietto una poltrona, uno schermo e un secchiello di pop-corn: bisognerà andare oltre e creare un evento che metta lo spettatore in contatto con i contenuti del film”. Eventi speciali, rassegne o iniziative: sono questi gli elementi su cui deve orientarsi il cinema se vuole mantenere vive le sue sale, “altrimenti prevedo un declino progressivo nei prossimi anni”.

“Bastano pochi mezzi per fare cinema”

Un futuro degno di un film di Roland Emmerich, certo un monito per i gestori di sale, che dovranno saper interpretare lo spirito del tempo. In questi ultimi 5 anni Locarno si è affidata a Roberto Pomari a cui chiediamo quale film guarderebbe nelle sale del Palacinema prima di congedarsi il prossimo giugno. “C’era una volta il West di Sergio Leone: un film fantastico ed esempio magistrale di come si possa fare del cinema con pochi mezzi e realizzare un capolavoro”.

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