Cantonali 2023
"Non ho trovato colleghi determinati a trovare una soluzione condivisa"
Redazione
un anno fa
Dopo una legislatura Anna Biscossa, granconsigliera del Partito Socialista, ha deciso di lasciare il parlamento. Con lei Ticinonews ha voluto ripercorrere questi quattro anni tra i banchi del legislativo cantonale.

Anna Biscossa è un volto storico del Partito Socialista ticinese. È stata presidente dal 1996 al 2003 e nel 2019 è stata eletta in Gran Consiglio. Dopo una sola legislatura ha deciso di non ricandidarsi alle prossime elezioni cantonali. Con lei abbiamo parlato di come è cambiata la politica negli anni, del coinvolgimento dei giovani, di femminismo e delle battaglie politiche che ha festeggiato con una vittoria o con una sconfitta.

Come mai ha deciso di non ripresentarsi dopo una sola legislatura?

"Fondamentale perché faticavo ad inserirmi nel modo attuale di fare politica. Mi sembrava che i valori fossero un po' cambiati. Non tanto i miei personali, quelli di partito e di ideale, ma quelli del modo di fare politica. Mi sembrava che fosse prioritario mostrare la differenza rispetto alla ricerca delle soluzioni".

Settimana scorsa si è congedata dal Gran Consiglio con un appello: "Spero che il nuovo Parlamento sappia dialogare in modo più costruttivo". In questi anni è rimasta un po' delusa dai colleghi?

 "Sì, sono rimasta delusa. Ho fatto politica per tanti anni e malgrado in passato le differenze ideologiche erano più forti, si trovava sempre un modo per trovare e costruire una soluzione condivisa. Una volta l'interesse pubblico e il bene comune erano la priorità per tutti, indifferentemente dalle appartenenze partitiche. In questa legislatura ho faticato a trovare questo aspetto, questa determinazione nel voler trovare una soluzione condivisa. Spero che i nuovi granconsiglieri possano contribuire a cambiare questo sistema".

Nel 2019 si è tenuto lo sciopero delle donne. Quali sono i suoi ricordi nell'aver visto colorate di viola le strade di Bellinzona?

"È stata una sensazione molto bella e positiva sentire la volontà e la determinazione delle donne nel sottolineare le proprie necessità e le aspettative. Essere in prima fila e sentire le partecipanti convinte di essere lì e di voler far sentire la propria voce è anche stato emozionante".

Una vittoria e una sconfitta che ricorda di questa legislatura.

 "Recentemente siamo riusciti ad ottenere la sperimentazione sul superamento dei livelli alla scuola media. Per ottenere questo risultato siamo riusciti a costruire un consenso allargato in parlamento grazie ad un progetto condiviso da molti. Sono invece rimasta molto male per come è finito il dibattito sullo sviluppo sostenibile nell'ultima sessione di Gran Consiglio, dove non abbiamo trovato consensi. In pratica si chiedeva all'Istituzione un ente che misurasse lo sviluppo sostenibile nel Cantone. Mi sembrava di essere tornata indietro di 25 anni perché mi è sembrato che non si fosse capito l'importante di un elemento simile".

 La politica sembra interessare sempre meno le persone. Come legge i dati inerenti la partecipazione al voto a 10 giorni dalle elezioni?

 "Sicuramente il mondo è cambiato. La comunicazione è ora molto più veloce, superficiale. Si fatica ad approfondire gli argomenti. Credo però che la politica, quando si trattano temi importanti, debba dimostrare l'importanza dell'approfondimento e del tempo che questo richiede. La credibilità di un sistema può riavvicinare le persone alla politica, perché questa è importante".

Secondo lei la politica parla poco ai giovani?

"I giovani hanno bisogno di sentirsi coinvolti e parte attiva di qualcosa. Con il modo attuale di fare politica, quello dell'ognuno pensa per sé, il mondo politico non viene percepito come una comunità in cui anche i giovani possono partecipare e dare il proprio contributo. Non si è capaci si coinvolgerli nel modo giusto. Nel Partito Socialista c'è la Gioventù Socialista, un elemento fondante pensato proprio per coinvolgere le nuove leve. Quando il PS ha presentato la propria lista c'è stata una polemica per i nomi presentati, ma questo è un modo di riconoscere alle nuove generazioni un ruolo centrale e da protagonisti".

 Cosa lascerà Anna Biscossa al Gran Consiglio?

"Non spetta a me dirlo. Ho cercato di dare un mio modesto contributo. Posso dire che in questi anni non ho cambiato il mondo, ma neanche il mondo mi ha cambiata e questa è già una bella soddisfazione".

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