
"Il nostro desiderio era semplicemente quello che un hotel, che oltretutto porta la parola 'pace' nel nome, riflettesse su quanto accade in queste ore nella Striscia di Gaza e facesse la cosa giusta". Il Coordinamento unitario a sostegno della Palestina reagisce così, su Instagram, in merito a quanto affermato ieri dall'Associazione Svizzera Israele (Asi) sezione Ticino riguardo all'assembra tenutasi il 9 giugno scorso a Lugano. L'Asi ha infatti affermato che "l'evento si è svolto in un clima positivo, nonostante le minacce ricevute sia per posta sia attraverso l’irruzione di estremisti istigati dal comitato pro Palestina all’interno dello stabile ospitante il giorno precedente all’assemblea, minacciando il personale per aver accordato l’uso degli spazi".
"Parlano di tutto, fuorché della realtà"
Nel post, viene ancora precisato, l'Asi "allude a minacce al personale dell'hotel, irruzioni nelle sale e intimidazioni. Parla di tutto, fuorché della realtà". Il Coordinamento unitario a sostegno della Palestina spiega quindi cosa ha chiesto ai propri membri e simpatizzanti. "Presa conoscenza che l'Assemblea di sarebbe svolta nelle sale dell'Hotel De La Paix, abbiamo invitato i nostri membri e simpatizzanti a scrivere o telefonare alla direzione per spiegare la propria contrarietà. Nessun invito all'intimidazione e alle minacce è stato diffuso dal Comitato, come affermato dall'Asi. Alcune persone, inoltre, hanno deciso spontaneamente di recarsi fuori dall’hotel per poter parlare con il direttore. Nessuna minaccia è stata profusa nei confronti del personale. Si è trattata di una semplice manifestazione dimostrativa di chi prova orrore e sconcerto verso quello che sta succedendo in Palestina".