
"L’evento si è svolto in un clima positivo, nonostante le minacce ricevute sia per posta sia attraverso l’irruzione di estremisti istigati dal comitato pro Palestina all’interno dello stabile ospitante il giorno precedente all’assemblea, minacciando il personale per aver accordato l’uso degli spazi". L'Associazione Svizzera Israele (Asi) sezione Ticino commenta così, in una nota stampa, l'assemblea che si è tenuta domenica 9 giugno a Lugano "alla presenza di oltre 200 persone". Nel corso della giornata, oltre al rinnovo del direttivo, "sono state discusse e votate la creazione e il rinnovo di diverse sottocommissioni. Tra queste, in particolare, si segnala la sottocommissione per la gestione degli eventi culturali, finalizzata ad avvicinare la Svizzera alla realtà israeliana, e il gruppo di comunicazione, il cui scopo principale è informare i membri, il pubblico e la stampa sulla realtà israeliana, analizzando i fatti e smentendo le illazioni". Durante l’assemblea, l'Asi "ha anche ribadito il desiderio di giungere alla fine delle ostilità, la liberazione dei civili rapiti ed usati come ostaggi , il disarmo del gruppo terroristico Hamas e la speranza d’una pace duratura dove i popoli della regione possono vivere in pace, sicurezza e democrazia".
L'Asi "condanna gli atti di intimidazione"
In merito alle minacce ricevute, l'Associazione Svizzera Israele dice di "condannare con fermezza questi atti di violenza e intimidazione, che ledono la libertà di associazione e il promovimento della pace e della cultura. L'ASI esprime solidarietà agli impiegati minacciati, riconoscendo il loro lavoro egregio". La relativa documentazione, viene inoltre specificato, "è stata trasmessa alla polizia".
I complimenti alla SUPSI "per prevenire e combattere l'antisemitismo"
In chiusura del comunicato, l'Associazione Svizzera Israele "si complimenta e solidarizza con il direttivo della SUPSI per il loro intervento tempestivo nel prevenire e combattere l’antisemitismo all’interno dei propri stabili. In una nota giunta stamane all’Associazione, si apprende che la direzione dell’istituto, venuta a conoscenza dell’affissione di materiale che viola il patto formativo, lo statuto, il codice etico e le norme contro i reati d’odio, ha prontamente rimosso tali contenuti, assicurando la massima attenzione per evitare il ripetersi di queste situazioni", auspicando che questa prassi "venga presa come esempio da tutti gli altri atenei".