“Una decisione, presa all’unanimità, che tiene conto di molti fattori importanti per garantire che la presenza delle Processioni nella Lista rappresentativa dei beni culturali e immateriali dell’UNESCO dimostri la necessaria volontà d’inclusione e di rispetto che può testimoniare”. Così si è espresso il Consiglio di Fondazione delle Processioni della Settimana Santa di Mendrisio per spiegare la scelta, che sta facendo discutere in questi giorni, di non dipingere di nero i visi dei volontari che saranno inseriti nel ruolo dei “Mori”, gli otto figuranti della sfilata del giovedì Santo che fanno parte della corte orientale di Erode Antipa.
Una discussione fatta mesi fa
Il tema, si legge nella presa di posizione, è stato discusso molti mesi fa nell’ambito degli incontri della Fondazione. Nella preparazione del dossier di candidatura si è dovuto tenere conto dell’importanza di presentare il tema dell’inclusività, “anche in considerazione del fatto che nell’ambito delle commissioni UNESCO esistono diverse sensibilità di persone che provengono da culture e realtà sociali molto eterogenee”. Era stata inoltre discussa la questione della possibile presenza di persone di colore o di altre etnie tra i personaggi in Processione, se e quando ve ne fosse stata la richiesta. Di conseguenza, nel dossier è stato indicato “che non vi sono discriminazioni e nessuna preclusione per nessuno, in quanto le Processioni sono aperte a tutti coloro che vogliono parteciparvi”. E, per rendere questa intenzione evidente e concreta, “è stato sviluppato un sistema di iscrizione online e, quest’anno, un regolamento”. Inclusività e sensibilità “per un mondo che cambia e ci chiede il rispetto e un’opportunità per tutti”
“Rispettare il tema dell’inclusività”
La necessità di introdurre un cambiamento per quanto concerne il tema del “blackface” in Processione è stato evidenziato ulteriormente lo scorso anno. La Fondazione, viene specificato, non ha deciso di togliere i personaggi che compongono la “corte” di Re Erode Antipa, “ma solo di rispettare il tema dell’inclusività e delle diverse sensibilità di tutti gli esseri umani, dimostrando la coerenza che è stata indicata nella presentazione del dossier di candidatura”. Se vi saranno persone di etnie diverse che vorranno assumere il ruolo dei “Mori” “saranno chiaramente benvenute”. Se non sarà possibile trovare queste persone, i personaggi sfileranno truccati, ma non avranno il volto dipinto per sembrare appartenenti a un’altra etnia. È importante inoltre ricordare che, se la presenza di Re Erode Antipa ha un riferimento storico, “lo stesso non vale per i quattro mori, che non è dato di sapere in quale momento dell’evoluzione della storia delle Processioni sono stati inseriti e perché”.
Non è il primo cambiamento
Le Processioni della Settimana Santa di Mendrisio sono nella Lista rappresentativa delle Tradizioni Viventi e nel corso degli anni diversi cambiamenti hanno modificato alcuni elementi della rappresentazione. Per UNESCO questi cambiamenti “sono sintomo di sviluppo di una tradizione viva e, per quanto concerne il tema del “blackface”, sintomo di una tradizione rispettosa di tutte le sensibilità della società contemporanea”.