
Il Consiglio federale ha respinto in blocco oggi una decina di mozioni parlamentari che chiedevano interventi per limitare il prelievo fiscale sui carburanti e quindi attutire gli effetti del rincaro sul portamonete dei consumatori causato dalla guerra in Ucraina. Per il Governo lo sviluppo legato ai prezzi rimane incerto, ma non è autorizzato a rinunciare alla riscossione di una parte o di tutta l’imposta sui carburanti. Serve infatti una modifica di legge per definire queste agevolazioni fiscali. Da qui il due di picche di oggi. Una posizione diversa rispetto ad altri paesi, come Austria e Italia, che hanno invece preso provvedimenti, andando incontro ai propri cittadini. Sul tema hanno dibattuto questa sera, nel tg di Ticinonews, favorevoli e contrari.
Per Samantha Bourgoin, co-coordinatrice dei Verdi, ci sono due punti di vista. “Dobbiamo renderci conto che siamo dipendenti da paesi che non meritano la nostra collaborazione. E malgrado questo aumento del carburante, non sembra esserci nessuna diminuzione di automobili sulle strade”. L’altra questione riguarda la reazione del Consiglio federale: “Quando siamo di fronte a un problema sistemico la Confederazione ragiona in modo ponderato. Lo ha fatto per esempio con gli aiuti Covid: non ha dato uno cheque in bianco a tutti, ma a chi ne ha fatto richiesta e a chi ne aveva bisogno. Mi sembra dunque molto svizzera la risposta del Consiglio federale”.
Secondo Piero Marchesi, consigliere nazionale UDC, il Consiglio federale fa invece fatica a capire i problemi e soprattutto a trovare delle soluzioni immediate. “Con lo scoppio della pandemia, ha trovato soluzioni immediate, aiutando l’economia e i posti di lavoro. Ma anche nella situazione attuale credo sia utile dare delle risposte ai cittadini. Chi è obbligato a fare la benzina per andare a lavorare deve avere delle risposte. Non si può non vedere il problema. Questa volta l’Italia ha dimostrato di essere stata capace di trovare una soluzione”.
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