
Oggi i ticinesi sono chiamati alle urne. Dovranno esprimersi su ben sette temi: tre a livello cantonale e quattro a livello federale. Nel dettaglio, dovranno accettare o respingere le misure di compensazione per le rendite pensionistiche versate all'Istituto di previdenza del Canton Ticino (Ipct), la riforma fiscale e l'acquisto dello stabile EFG dove dovrebbe insediarsi la cittadella della giustizia. Questo per quanto concerne il nostro cantone. A livello nazionale, invece, vi sono tre iniziative popolari: le due sui premi di casse malati, "Al massimo il 10 per cento del reddito per i premi di casse malati" e "Per premi più assi - Freno ai costi nel settore sanitario", e quella "Per la libertà e l'integrità fisica". Infine, i cittadini voteranno sulla modifica della legge federale sull'energia e della legge sull'approvvigionamento elettrico. Ricordiamo che il Consiglio di Stato si è raccomandato di accettare tutti e tre gli oggetti cantonali in votazione.
Misure di compensazione Ipct
Lo scorso 17 ottobre il parlamento ticinese ha approvato la modifica della Legge sull'Istituto di previdenza del Canton Ticino, ma nella medesima seduta Lega, Udc, parte del Centro ed Helvethica Ticino hanno dapprima chiesto e in seguito approvato il referendum finanziario, portando di fatto i ticinesi alle urne. Le misure oggetto del voto, ha spiegato nelle scorse settimane lo stesso Ipct, "servono a garantire ai dipendenti statali circa le stesse pensioni attuali e stabiliscono che dal 2025 i contributi dei dipendenti aumenteranno dello 0,8%, mentre quelli dei datori di lavoro del 2,2%". Nel dettaglio, i contributi ordinari dei dipendenti aumenteranno dell’1,8%, mentre quelli dei datori di lavoro dell’1,2%, mantenendo praticamente invariata l’attuale ripartizione dei contributi ordinari tra dipendenti (49%) e datori di lavoro (51%).
Allo stesso tempo, è previsto il trapasso dell’1% di contributi di risanamento attualmente a carico dei dipendenti ai datori di lavoro. Questo incremento, inoltre, permette di mantenere invariato l’obiettivo di rendita del piano previdenziale dell'Ipct. A livello di costi, quanto approvato dal Gran Consiglio comporterà un onere supplementare per i datori di lavoro: circa 14,6 milioni di franchi all’anno per il Cantone e circa 7,2 milioni di franchi all’anno per tutti gli altri enti affiliati; per gli assicurati attivi il prelievo aumenterà invece di 7,9 milioni di franchi annui (dati a fine 2022).
La riforma fiscale
Per quanto riguarda il secondo tema oggetto della votazione ticinese, le principali modifiche legislative riguardano quattro aspetti: la riduzione dell'1,667% di tutte le aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche; l'aggiornamento dell’imposta di successione e donazione, con degli adeguamenti che tengono conto dei nuovi modelli di famiglia e l’introduzione di agevolazioni per i trapassi aziendali (ad esempio, i concubini saranno tassati come i fratelli con un’aliquota massima del 15,5% contro il 41% attuale); la riduzione dell’imposizione delle prestazioni in capitale della previdenza, con un’aliquota massima al 3%, e la riduzione graduale dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito dal 15,076% al 12% sull’arco di 6 anni.
La riforma coincide con il ritorno dal 1° gennaio 2024 del coefficiente d’imposta cantonale al 100%, dopo essere stato ridotto transitoriamente al 97% negli anni 2020-2023. Se la riforma dovesse venir approvata dai ticinesi, inoltre, il Consiglio di Stato aumenterà la deduzione per le altre spese professionali dell’attività lucrativa dipendente, dagli attuali 2’500 a 3’000 franchi, con un possibile ulteriore aumento a 3’500 franchi nel 2026. A livello finanziario queste misure, fino al 2029, avranno un impatto complessivamente neutro per il Cantone, mentre a partire dal 2030 l'impatto finanziario netto con la riforma a regime sarà di 2,6 milioni di franchi, rispetto allo spazio finanziario della riduzione temporanea del coefficiente. L’impatto finanziario iniziale stimato per i Comuni è di 17,9 milioni di franchi, pari all’1,3% del loro gettito fiscale complessivo, e aumenterà a 35,3 milioni di franchi nel 2030 con la riforma a regime.
Il Palazzo di giustizia
Quattro mesi fa il Gran Consiglio ha approvato il credito per l'acquisizione dell’edificio ex Banca del Gottardo, di proprietà di EFG Bank SA, da destinare a secondo Palazzo di giustizia. La struttura accoglierà in particolare il Tribunale di appello, la Pretura civile, la nuova Pretura di protezione (oggi Autorità di protezione), l’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e altre Autorità amministrative. L’acquisto dello stabile permetterà di procedere in una successiva fase a sé stante alla ristrutturazione dell’attuale Palazzo di giustizia dove rimarranno ubicati il Ministero pubblico e la Polizia cantonale. Il credito ammonta a 76 milioni, a cui se ne aggiungeranno altri 6,44 per la ristrutturazione dello stabile. L'operazione complessiva, tuttavia, dovrebbe costare in totale oltre 200 milioni di franchi spalmati su 12 anni. Dato che il Legislativo ha anche dato luce verde al referendum finanziario obbligatorio, i cittadini ticinesi sono ora chiamati al voto.
Chi è a favore...
Il comitato a sostegno della cittadella della giustizia è convinto che l'acquisto dello stabile EFG, a conti fatti, farà risparmiare i ticinesi. “Se non compriamo lo stabile Botta, non riusciremo a svuotare l’altro palazzo e a ristrutturarlo, e continueremo a pagare milioni di affitti”, aveva detto ai microfoni di Ticinonews la deputata PLR Natalia Ferrara. “Solo per le sedi transitorie sono stati preventivati 31 milioni per adeguare gli spazi, senza contare le spese dei traslochi. Si parla di quasi 100 milioni senza avere una soluzione. Questo è uno spreco”.
...e chi no
Con lo slogan "Basta sprechi! - No all'acquisto dello stabile Efg", il comitato contrario all'acquisto, composto da Verdi, Avanti con Ticino&Lavoro, HelvEthica e Udc, ha lanciato la sua campagna. "Se consideriamo che lo stabile avrà un costo di gestione amministrativa annuale di 2,5 milioni, questa somma capitalizzata su tre decenni arriva a toccare i 76 milioni. A qualunque cittadino chiamato oggi a fare dei sacrifici appare sicuramente troppo", aveva detto, sempre a Ticinonews, la granconsigliera democentrista Roberta Soldati. Inoltre, "le trattative per l'acquisto dello stabile sono in corso dal 2019. Da allora non si è fatto avanti nessuno per comperare l'edificio a questa cifra. Ciò mi fa presupporre che ci sono dei margini di manovra per rinegoziare il prezzo".
Premi meno onerosi
Venendo ai temi di carattere federale, cominciamo dal capitolo sanità. L'iniziativa "Per premi meno onerosi" chiede che i premi a carico degli assicurati non superino il 10 per cento del reddito disponibile e che l’importo eccedente sia coperto dalla riduzione degli stessi. La soluzione sarebbe finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e per l’importo rimanente dai Cantoni. Secondo il Comitato d'iniziativa, la misura non aiuta soltanto le persone con salari bassi, ma anche le famiglie, le coppie pensionate e le persone con redditi medi. I favorevoli ricordano inoltre come negli ultimi 20 anni i premi delle casse malati sono più che raddoppiati, "mentre i salari e le pensioni sono rimasti praticamente invariati".
Governo e Parlamento raccomandano di votare "no" all'iniziativa in questione, poiché implicherebbe spese supplementari nell’ordine di miliardi di franchi all’anno per la Confederazione e i Cantoni. Inoltre, secondo Esecutivo e Legislativo, la proposta non agisce sulle cause, dal momento che non propone alcuna soluzione al drastico aumento dei costi dell’assicurazione malattie obbligatoria. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno anche elaborato un controprogetto indiretto che prevede maggiori riduzioni dei premi – seppur in misura minore rispetto all’iniziativa – e introduce un incentivo a frenare l’aumento dei costi.
Per un freno ai costi
Sempre in tema sanità, veniamo all'iniziativa "Per premi più bassi-Freno ai costi nel settore sanitario" che, se accettata, obbligherebbe la Confederazione, assieme a Cantoni, fornitori di prestazioni e casse malati, a introdurre un freno ai costi nell’assicurazione obbligatoria e a garantire che il loro aumento non sia nettamente superiore all’incremento dei salari medi e alla crescita dell’economia nazionale. Il principio sarebbe lo stesso del freno all’indebitamento della Confederazione: se gli oneri sanitari aumentano di oltre il 20% all’anno rispetto ai salari, si adottano provvedimenti al fine di ridurli.
Anche in questo caso Consiglio federale e Parlamento raccomandano di votare "no", giudicando la soluzione proposta troppo "rigida", in quanto non terrebbe conto del ruolo che giocano nell'incremento dei costi sanitari fattori quali l'invecchiamento della popolazione e i progressi nella medicina. Esecutivo e Legislativo temono che, a seconda di come sarà attuata l’iniziativa, vi sia il rischio che l’andamento dei costi venga frenato in maniera eccessiva. Alcuni trattamenti necessari potrebbero non essere più forniti. Per i due organi, il già citato controprogetto garantirebbe la necessaria trasparenza dei costi sanitari. “Tutti gli attori dovranno motivare gli aumenti dei costi ritenuti inevitabili. Le strutture inefficienti potranno essere meglio identificate e le prestazioni non necessarie sotto il profilo medico ridotte”. Nel contempo, “si potrà tenere conto di quegli aspetti di natura medica che inevitabilmente comportano un aumento dei costi”.
Libertà e integrità fisica
La terza e ultima iniziativa in votazione a livello nazionale, "Per la libertà e l'integrità fisica", prevede in via generale che gli interventi statali nell’integrità fisica e psichica necessitino del consenso della persona interessata. Inoltre, che chi rifiuta di fornire il suo consenso non possa né essere punito né subire pregiudizi sociali o professionali. Secondo il comitato d'iniziativa, la domanda con cui i cittadini si trovano confrontati in questa votazione è: "Vogliamo continuare ad avere anche in futuro la possibilità di decidere autonomamente del nostro corpo?"
Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziativa perché il suo scopo principale, il rispetto dell’integrità fisica, è già sancito nella Costituzione. Ad esempio, già oggi nessuno può essere vaccinato senza il suo consenso. Per l’Esecutivo e il Legislativo non sono inoltre chiare le conseguenze concrete dell’iniziativa in caso di una sua accettazione, ad esempio per quanto concerne le attività giudiziarie e di polizia. La proposta, infine, “è formulata in termini così generici e vaghi che non è chiaro a quali condizioni lo Stato potrebbe ancora effettuare interventi necessari che incidono sull’integrità fisica di una persona”.
Energie rinnovabili
Veniamo quindi all'ultimo oggetto in votazione. Per rafforzare la sicurezza in materia di approvvigionamento, il Parlamento ha adottato la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili. Il progetto include sia strumenti di promozione sia nuove prescrizioni in materia di produzione, trasporto, stoccaggio e consumo di elettricità, e consente di realizzare in tempi brevi impianti per la produzione di elettricità a partire da energie rinnovabili, come acqua, sole, vento e biomassa. Contro il progetto è stato indetto il referendum, motivo per cui i ticinesi sono chiamati alle urne.
Secondo il comitato referendario, questa legge facilita il disboscamento e permette di devastare il paesaggio, oltre a limitare la sovranità del popolo. Inoltre, vi sarebbero delle alternative per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico. Ad esempio, sfruttare il potenziale del fotovoltaico sugli edifici e sulle infrastrutture esistenti. Consiglio federale e Parlamento sostengono invece il progetto, in quanto “è fondamentale agire in tempi brevi affinché la popolazione e l’economia svizzere possano continuare a fare affidamento su un approvvigionamento elettrico sicuro”. Per i due organi, la legge crea i presupposti per aumentare velocemente la produzione nazionale di elettricità a partire da energie rinnovabili, nel rispetto della natura e del paesaggio.