
Continua a far discutere il progetto pilota della SEM per migranti "problematici" che verranno allocati al Centro di Pasture (e in quello di Flumenthal, in Canton Soletta). Anche i sindaci della Regione si stanno mobilitando per redigere una lettera di dissenso all'indirizzo della Segreteria di Stato della Migrazione, dopo quella già inoltrata dal Consiglio di Stato.
Nessun coinvolgimento? La Sem: "Nelle nostre competenze"
“Nessuno ci ha coinvolti, i colleghi di Municipio non sapevano nulla” commenta ai microfoni di Teleticino Sergio Bernasconi, Sindaco di Novazzano. “Ciò che ci preoccupa è la sicurezza all’esterno del Centro, dove questi richiedenti l’asilo saranno – ovviamente – liberi e non supervisionati. Qui la sicurezza diventerà quindi una responsabilità dei Comuni e delle forze dell’ordine. Ci stiamo organizzando, un collega ha preparato una bozza di lettera da inoltrare alla SEM lamentando questo modo di procedere ed esprimendo delusione e contrarietà. Non so che margini giuridici abbiamo, ma per noi rischia di essere un disagio”. Contattata dalla redazione di Teleticino, la SEM ha preso posizione: “Abbiamo preso questa decisione di nostra competenza, poiché questo nuovo concetto di alloggio è una misura puramente interna al BAZ. Abbiamo optato per la struttura ticinese e quella di soletta per le loro ampie metrature”.
Gobbi: "Contrari a questo modo di procedere"
La lettera dei sindaci momò si aggiunge, come dicevamo, alla missiva già inoltrata dal Consiglio di Stato all’indomani della comunicazione della SEM. “Questa decisione unilaterale non è stata basata sul consenso reciproco” commenta il Presidente del Governo Norman Gobbi “Modalità che di certo non facilitano i rapporti fra Ticino e Berna”.
Associare Dare: "La presa a carico è un processo complesso"
Ma la mossa desta gli interrogativi anche da parte di chi – come l’Associazione Dare – si occupa in prima linea dell’integrazione dei richiedenti l’asilo. “Dalle comunicazioni della SEM” commenta la presidente dell’Associazione Martina Malacrida-Nembrini, “mi sembra siano mancati riferimenti al tema, centrale, della presa a carico in termini di “prendersi cura”. Si tratta di un processo complesso, che tocca più vertici: la popolazione, la politica, i migranti. Vuol dire saper discutere e dialogare fra livelli istituzionali. Ma anche aiutare i cittadini a comprendere la sfida e le opportunità di un reale processo integrativo. Insomma, separare e basta, serve a poco.
