Ticino
Lugano, una bolletta salata per i proprietari fondiari
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 anni fa
C’è posta per 22'830 proprietari di case a Lugano. La Città ha infatti inviato loro la fattura dei contributi LÀLIA per finanziare le canalizzazioni comunali. Bollette a parecchi zero che stanno facendo discutere anche per le modalità di pagamento.

Da giovedì scorso lo sportello di Sacha Trentin, custode di Palazzo Civico, è un viavai di persone. Solo ieri mattina una 30ina di cittadini è entrata in Municipio per chiedere chiarimenti su una raccomandata ricevuta pochi giorni fa. Il mittente è la Città di Lugano, i destinatari 22’830 proprietari di case, il contenuto una bolletta decisamente salata. Si tratta dei contributi LALIA, ovvero i contributi per finanziare l’esecuzione delle opere di costruzione della rete delle canalizzazioni comunali. Facciamo subito chiarezza: a stabilirlo è una legge federale e si paga in tutti i comuni, ma naturalmente la notizia a Lugano fa più scalpore perché riguarda oltre 52'500 mappali.

Le cifre

Dai proprietari la Città dovrà incassare 118 milioni di franchi calcolati in base al valore di stima dell’immobile con un’aliquota dell’1.353%. Per fare un esempio, se un immobile è stimato un milione, si riceverà una bolletta da 13'530 franchi. Un’autentica “stangata”, ma è la prima volta nella storia della Lugano aggregata che queste fatture vengono emesse. “Sono dei contributi dovuti per i lavori fatti in precedenza e per quanto preventivato per i prossimi anni”, afferma ai microfoni di Ticinonews il sindaco Michele Foletti. Tali contributi “vanno a sanare quanto già è stato realizzato e a finanziare una parte di quello che verrà realizzato nei prossimi anni”. Occorre precisare che in alcuni quartieri i contributi erano già stati prelevati prima dell’aggregazione e di questo si tiene conto. “Abbiamo dovuto fare un calcolo per ogni immobile per capire quanti contributi erano già stati pagati e poi dedurli da quelli che sono dovuti adesso. Ci saranno cittadini proprietari che riceveranno dei soldi indietro, cittadini ai quali è stato conguagliato quanto già pagato, mentre in altri comuni dove non era mai stato versato niente dovranno pagare tutto”.

“Il Parlamento ha dormito”

Molti malumori sono sorti anche sulle modalità di pagamento, che sono due: rata unica o il pagamento in dieci rate. In quest'ultimo caso, calcolando gli interessi, alla fine si pagherà complessivamente il 23,3% in più del dovuto. Proprio oggi il Centro e il Movimento Ticino&Lavoro hanno inoltrato un’interpellanza alla Città per chiedere una modifica delle modalità di pagamento. Foletti però respinge ogni critica, visto che la Città ha le mani legate. “Noi speravamo che il Gran Consiglio decidesse sulla nuova legge, che giace in Parlamento dal febbraio 2020 e che avrebbe risolto questo problema introducendo un nuovo sistema di calcolo sull’interesse”, precisa il sindaco. Il Gran Consiglio però “ha dormito e quindi noi siamo dovuti uscire con la legge attuale: il 5% è un interesse altissimo, ma non siamo noi a poterlo scegliere”. Per saperne di più, da ieri fino al 20 settembre la Città dà la possibilità alla popolazione di consultare gli atti su appuntamento.

E gli inquilini?

Passiamo ora al capitolo inquilini, visto che alcuni proprietari hanno già messo le mani avanti dicendo di dover trasferire una parte di questi contributi sugli affittuari. A tal proposito, la Segretaria generale all’ASI Céline Dellagana-Rabufetti ha chiarito che “i contributi possono essere posti a carico della parte inquilina: il locatore deve però chiedere una modifica della pigione netta attualmente in uso attraverso la modifica unilaterale (art. 269d CO), che deve essere richiesta tramite il formulario ufficiale. In ogni caso, vale il principio che il locatore non può avere un reddito eccessivo e l’inquilino ha diritto di contestazione”.

 

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