Ticino
L'epidemia della 'Lingua Blu' preoccupa. È il momento di agire: "Vaccinate ovini e bovini"
Redazione
5 ore fa
Ieri a Mendrisio l’Istituto di microbiologia della SUPSI e le autorità cantonali hanno informato sul virus, trasmesso da minuscoli moscerini di cui si sa ancora poco.

"Bisogna essere assolutamente tempestivi con la campagna vaccinale. Spero che gli allevatori siano consapevoli del rischio e che quindi vaccinino, altrimenti quest'ano prevedo una maggiore diffusione della malattia". È chiara la ricercatrice senior dell'Istituto di microbiologia della SUPSI, Eva Veronesi, in relazione alla diffusione della malattia della lingua blu (infezione virale che colpisce bovini e ovini con effetti gravi e in alcuni casi letali), che è tornata in modo preponderante in Svizzera e in Ticino l'autunno scorso. Questo è uno dei punti chiave emerso ieri mattina durante un evento informativo, organizzato proprio dall'istituto insieme alle autorità cantonali, rivolto ad attori del settore e interessati. E l'importanza di vaccinare è stata sottolineata anche dal veterinario cantonale Luca Bacciarini: "La situazione preoccupa. Abbiamo avuto questa prima fase epidemica nell'autunno 2024, abbiamo già dei casi di positività ora in primavera, e probabilmente avremo una seconda parte dell'epidemia a fine estate/inizio autunno. Quindi per questo è fondamentale proteggere gli animali e la protezione migliore è data dal vaccino".

Due vaccini contro due ceppi

I vaccini in questo senso sono due, quello contro il sierotipo 8 - già conosciuto e con un vaccino che impedisce l'infezione - e quello contro il sierotipo 3, un nuovo ceppo più grave che è arrivato al nord delle Alpi lo scorso autunno, ma che per ora non è stato localizzato in Ticino. "Sicuramente arriverà anche nel nostro Cantone nel corso dei prossimi mesi", sostiene Bacciarini. "È quindi importante vaccinarsi per entrambi i sierotipi. Nel caso del sierotipo 3 va però detto che gli animali sviluppano comunque dei sintomi, ma sono decisamente inferiori rispetto a quando l'animale non è vaccinato". Il virus rimane inoltre presente nel sangue. Quindi i culicoidi (piccoli moscerini) possono comunque aspirare il sangue e infettare altri animali. "Però è certo: il metodo più importante per prevenire e contenere il virus è la vaccinazione", conclude il veterinario cantonale.

Trasmessa da minuscoli moscerini di cui si sa poco

Durante l'evento non solo è stata quindi spiegata la malattia - non pericolosa per l'uomo ma problematica per i bovini, che accusano febbre e difficoltà respiratorie -, bensì anche le possibili azioni (come repellenti, barriere, rimozione della materia organica, ma soprattutto vaccini) per frenare il virus e i minuscoli moscerini che lo trasportano. "A differenza delle zanzare non si riproducono nell'acqua, quindi non possiamo eliminarli semplicemente togliendogliela. È molto difficile contenerli", ammette Eva Veronesi, aggiungendo che si tratta di un animale di cui non si sa molto. "Purtroppo non ci sono abbastanza studi per sapere quali siano i luoghi ideali per la loro riproduzione, e questo ci permetterebbe di agire con delle sostanze in questi luoghi". Servirà insomma aspettare ulteriori studi, e in Ticino in prima linea c’è proprio l’istituto della SUPSI, che è stato incaricato dalla Confederazione di analizzare se, anche durante i mesi invernali (dove si pensava i culicoidi non fossero attivi) in realtà possano infettare. "Lo studio è appena terminato, ora stiamo elaborando i dati".

Le testimonianze: "Abbiamo vaccinato, ora speriamo bene"

Tra gli attori del settore, non manca ovviamente la preoccupazione. Lo conferma chi ha preso parte all’evento per capire come tutelare i propri ovini o bovini, come due proprietari di bestiame nel Mendrisiotto. "Noi a Novazzano abbiamo una trentina di pecore. L'anno scorso abbiamo avuto tre casi, dove la più anziana è morta mentre le altre due siamo riuscite a salvarle. C'è quindi preoccupazione guardando al futuro, per ora abbiamo vaccinato. Speriamo bene". A farle eco un collega, che ha diverse pecore e capre a Mendrisio: "Io per ora non sono stato toccato, ma chiaramente siamo preoccupati. Anche noi abbiamo vaccinato tutti gli ovini con entrambi i vaccini, e adesso non resta che sperare".