Autogestione
"La gestione delle nostre serate è davvero più sporca di quella della cosa pubblica?"
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
un anno fa
L'autogestione luganese risponde a quanto scritto dalla stampa il giorno di Santo Stefano e alle affermazioni di Karin Valenzano Rossi. "Il degrado è nei cervelli di chi vede solo le bottiglie rimaste per terra (e che, se ci davate il tempo, avremmo anche ripulito…)".

"La descrizione di un attimo. Il degrado è nei vostri cervelli". Titola così la presa di posizione degli autogestiti di SOA il Molino, in risposta a quanto scritto ieri dalla stampa a seguito dell'occupazione del ristorante di Capo San Martino, avvenuta la notte di Natale. Stabile, ricordiamo, sgomberato ieri mattina. "In questi tempi bui popolati da politicanti sempre più miopi, delle scintille di luce appaiono nella notte resuscitando spazi - loro sì, di loro, in stato di degrado – celebrando la vita, regalando barlumi disperanza, una speranza che grida di fronte allo scempio che ci circonda", continuano i molinari. "Miope è pure la narrazione di chi si presta a questi perbenismi – i giornalisti dapprima bloccati dalle forze dell’ordine durante lo sgombero e poi condotti a documentare il cosiddetto degrado - che agguagliano alla qualità della vita un’immagine di ordine e pulizia. Apparente".

"Il degrado è nei cervelli di chi vede solo le bottiglie rimaste per terra"

La serata del 25 dicembre "ha liberato uno spazio dalla mercificazione della socialità e dei corpi, che normalmente contraddistingue questi luoghi. Senza un servizio di sicurezza e senza un’entrata a pagamento, parecchie centinaia di persone hanno condiviso un momento che è tradizione e che per molte rappresenta uno dei pochi motivi per tornare in queste lande desolate dalla propria fuga altrove, che sia per studiare o per lavorare. Un fitto programma di iniziative proposte da varie realtà e associazioni avrebbe arricchito pure i giorni a venire, ma…Il degrado è nei cervelli di chi vede solo le bottiglie rimaste per terra (e che, se ci davate il tempo, avremmo anche ripulito…). Andare a toccare i potenti interessi di famiglie che contano, proprietarie di un luogo pregiato lasciato a deperire, porta evidentemente all’accanimento verso qualsiasi forma di iniziativa dal basso".

"La gestione delle nostre serate è davvero più sporca della gestione della cosa pubblica?"

Karin Valenzano Rossi, sulle pagine del Corriere del Ticino, ha affermato che "quanto successo è un peccato, perché sono nuovamente atti di forza che fanno venire sempre meno il consenso e il supporto per possibili soluzioni pragmatiche. Vedendo le immagini dei vandalismi fatti, è proprio difficile comprenderne la logica. Questa illegalità non può essere ammissibile". Pronta la risposta del movimento SOA Il Molino, secondo cui "ci si muove con questa creatività, con queste pratiche, se l’aria non passa e rimane l’odore stantio delle ipocrisie nonostante l’apertura di fantomatiche finestre di dialogo. Che di soluzioni e proposte concrete non ne hanno l’ha detto chiaramente la stessa Karin Valenzano Rossi, ammettendo di fatto di aver condotto una farsa volta solo a risolvere l’occupazione delle ex scuole di Viganello a luglio, o a chissà quale tentativo di riscattare la propria immagine rispetto a un’indagine che la vede tuttora coinvolta sull’abbattimento dell’ex-Macello. Il suo appello al legalismo stride sia con questo che con i torbidi affari professionali della Fidinam in cui ricopre un ruolo dirigenziale. Viene da chiedersi se la gestione delle nostre serate sia davvero più sporca della vostra gestione della cosa pubblica. La coerenza è la nostra forza. La nostra magica serata è stata un inno alla vita. Ripigliatevi (e fatevi una vita). Non ci avrete mai come volete voi".