L'intervista
“Introdurre un pedaggio dinamico al Gottardo? Bisogna valutare con cautela”
Redazione
un giorno fa
La neopresidente di ProAlps, Nara Valsangiacomo, affronta a Ticinonews il tema della protezione delle alpi dal traffico di transito e le possibili soluzioni in proposito. “Con le giuste eccezioni, un pedaggio potrebbe essere un buon strumento per evitare i congestionamenti”.

Cambio della guardia al vertice di ProAlps: dopo 11 anni, il presidente Jon Pult ha passato il testimone alla granconsigliera Nara Valsangiacomo (Verdi del Ticino). ProAlps, lo ricordiamo, è il nuovo nome che si è scelto di dare all'Iniziativa delle Alpi, approvata dal popolo svizzero nel 1994. Da allora la protezione delle alpi dal traffico di transito è stata inserita nella costituzione. Sono passati più di 30 anni, eppure il volume di traffico in transito cresce. Con questa nuova nomina, Valsangicaomo non raccoglie insomma un testimone facile… “Devo ammettere che abbiamo tante sfide di fronte a noi. Negli ultimi 30 anni quello che era il flusso dei carri pesanti attraverso le alpi è andato diminuendo grazie alle misure introdotte con la politica di trasferimento". Tuttavia, "dal 2020 rivediamo una crescita che ci allontana dall'obiettivo legislativo di 650mila camion". Oltre a questo, "ci sono stati degli importanti passi indietro nella politica di trasferimento. L'orizzonte non è sicuramente roseo, ma non per questo molliamo la presa”.

L'obiettivo è 650mila corse di camion attraverso le alpi, oggi siamo a 960mila. Come mai? È colpa della politica?

“Manca una volontà politica in questo senso. Sappiamo che tutto quello che è il trasferimento su rotaia, ma in generale il traffico merci su rotaia, non vive vita facile. Questo non solo all'interno del territorio svizzero ma anche all'estero, se si pensa alla disponibilità di tracce, soprattutto su territorio germanico. Vi sono quindi tante sfide di fronte a noi. Tuttavia, bisogna ricordare che negli anni 2000 ci confrontavamo con 1 milione e 400mila camion. Siamo dunque ancora in una situazione migliore di quella da cui siamo partiti”.

Settimana scorsa è arrivata questa brutta notizia, soprattutto per il Ticino, dell'annuncio da parte di FFS Cargo di una ristrutturazione, con il taglio di circa 40 posti di lavoro e la chiusura di 8 terminal in Svizzera, tra cui Cadenazzo e Lugano. Abbiamo raccolto un'intervista al direttore Alexander Muhm, il quale in merito alla politica di trasferimento dalla strada alla rotaia ha dichiarato: “Il nostro compito non è quello di eseguire una politica di trasferimento, ma di garantire una copertura dei costi”. La fa arrabbiare questa affermazione?

“Mi intristisce. Ora, FFS risponde a quelle che sono le pressioni stesse del Parlamento, il quale ha riaffermato - anche nella revisione della legge del trasporto merci - che il trasferimento su rotaia deve essere autofinanziato. E ciò significa mettere in difficoltà e richiedere questo tipo di ragionamento, che trovo triste in generale, di non concentrarsi sul servizio che si deve fornire (togliere i camion dalla strada, come votato anche dalla popolazione), bensì sul pareggio di bilancio. È molto triste, perché oltre all'abbandono, ad esempio, dell'autostrada viaggiante, ci ritroveremo migliaia di camion in più ogni anno sulle strade”.

È vero che state valutando un'iniziativa popolare per introdurre il pedaggio dinamico, che vedete come possibile soluzione per ridurre il traffico attraverso le alpi?

“Stiamo verificando. Il pedaggio dinamico al Gottardo è stato votato dal Consiglio nazionale, non è passato per pochissimi voti e mostra da una parte come ci siano delle criticità che non vanno negate, e dall'altra anche quanto sia urgente avere una misura di regolazione del traffico, perché abbiamo un problema non soltanto di leggero aumento del traffico, ma soprattutto di distribuzione problematica di esso, in particolare per quel che riguarda i congestionamenti. Bisogna ricordare che ogni camion in più prende sicuramente più spazio di un'auto e quindi resta fondamentale mantenere i nostri assi principali, cioè il trasferimento su rotaia”.

Un pedaggio al Gottardo potrebbe alla fine nuocere al nostro cantone. Questo non la preoccupa?

“Assolutamente, io penso che proprio per questo motivo bisogna valutare con cautela un’eventuale introduzione di un pedaggio dinamico. Occorre però anche ricordare che abbiamo un problema di transito attraverso la Svizzera, in questo caso anche del traffico motorizzato individuale; oggi attraversare il nostro paese costa fin troppo poco e questo lo vediamo nei momenti di congestionamento. A breve arriverà il weekend dell'Ascensione e assisteremo a un aumento esponenziale delle auto che si spostano da una parte all'altra della Svizzera. Un pedaggio potrebbe quindi essere - con le giuste eccezioni - un buon strumento per evitare i congestionamenti”.

Aumentare il costo della vignetta autostradale?

“Potrebbe essere un tema. Riguarda la questione del 'road pricing', che è qualcosa di molto più esteso. Al momento ci concentreremo soprattutto sul transito alpino, perché è centrale per noi difendere l'articolo costituzionale”.

Lei è nata dopo che il popolo svizzero ha votato l'Iniziativa delle Alpi...

“Esattamente, sono la prima presidente più giovane dell'associazione stessa” (sorride, ndr).

Ma secondo lei le nuove generazioni sono sensibili alla causa della protezione alpina?

“Io ritengo di sì. C'è una sensibilità sicuramente più generale rispetto alla tutela del clima, ma anche un certo attaccamento al territorio, se penso ad esempio alle persone che amano passare del tempo in montagna. In ogni caso, è qualcosa che va comunicato. Noi ci occupiamo di trasferimento su rotaia del traffico merci; forse è una tematica un po’ poco ‘sexy’, però va spiegata e io lo trovo estremamente appassionante: ci occuperemo anche della comunicazione”.

L'intervista completa a Nara Valsangiacomo andata in onda a Ticinonews: