
Un incontro informale, ma il tema è di quelli seri: i costi della salute. Il direttore del DSS Raffaele De Rosa ripercorre quanto fatto negli ultimi anni dal Cantone per ridurne la crescita: moratorie, pianificazione ospedaliera, riduzione del valore del punto Tarmed. Tante proposte sono però naufragate a Berna. “L’assunzione di responsabilità la prendiamo fino in fondo, ed è per quello che vi racconto tutto quello che facciamo”, ha affermato con toni accesi De Rosa. E proprio alle porte di Palazzo Federale il Governo ticinese torna a bussare. E lo fa con due iniziative. La prima vuole rendere di principio obbligatoria la sostituzione nelle farmacie dei medicamenti originali con generici o biosimilari. La seconda vuole ridurre il prezzo dei medicamenti alla scadenza del loro brevetto. Prima di approdare a Berna, queste dovranno però essere avallate dal Gran Consiglio. “Confido in un’adesione da parte del Parlamento, come è già stato fatto in passato per iniziative cantonali su temi che toccano così da vicino la nostra popolazione, come la crescita dei costi sanitari e l’esplosione dei premi di cassa malati”, ha spiegato il direttore del DSS. Il lavoro a Berna, ovvero il convincimento del Parlamento federale, “sarà un compito ancora più difficile. Questo perché c’è la presenza di tanti interessi, si tratta quindi di trovare una maggioranza”.
Un risparmio di almeno un miliardo
Qualora queste due proposte venissero accolte l’impatto sarebbe ingente. “Permetterebbero un risparmio di almeno un miliardo di franchi, che corrisponde a una diminuzione del 3% dei premi di cassa malati”. Perché l’obiettivo finale rimane sempre quello: contenere la crescita dei premi. Tutte le categorie della spesa sanitaria nel 2024 sono state in crescita in Ticino. In un anno l’aumento complessivo nel nostro Cantone è stato del 6%. Gli incrementi si notano anche a medio termine. Tra i più preoccupanti la categoria “Altro”, pro capite su del 18% in cinque anni, molto più che in Svizzera. “In questo ‘Altro’ c’è tutta una serie di piccole voci, e una che impatta considerevolmente è la modifica a livello federale che è stata fatta a metà del 2022 nel cambiamento di modello sulla psicoterapia. Questo ha avuto un impatto nel passaggio del modello della delega a quello della prescrizione. In questo particolare ambito c'è quindi stata una crescita molto importante della spesa”.
Cure a domicilio
C’è poi il capitolo cure a domicilio. La crescita della spesa è inferiore che in altre categorie, ma in cinque anni in Ticino ha sfiorato il 6%. Le casse malati sono preoccupate per l’assunzione di familiari curanti da parte degli Spitex. Oltralpe c’è stato un boom con costi da decine di milioni. In Ticino il fenomeno è per il momento poco presente, ma alcuni spitex pubblici stanno testando la possibilità. Dal DSS non c’è però alcuna condanna. “Tenuto conto dell'interesse anche di fare dei progetti pilota mirati, che permettano anche di capire come valorizzare la risorsa dei familiari curanti, c'è da dire che nell'ambito dell'intervento del Cantone non c'è nessuno Spitex, né pubblico né privato, che riceve dei finanziamenti pubblici da parte del Cantone e dei Comuni per finanziare le attività dei familiari curanti, perché sono già remunerate appunto dalle tariffe previste dalla LAMal federale”, ha concluso De Rosa. In ogni caso, in questo ambito il Ticino è riuscito a inasprire i criteri per assumere familiari curanti e questo per tentare di contenere la spesa. E a proposito di premi: oggi non sono stati forniti dati sull’aumento previsto nel 2026, ma per De Rosa un nuovo incremento importante è possibile.
L’UDC: "Solo fumo negli occhi"
Dopo la conferenza stampa, l’UDC tramite una nota stampa ha voluto subito prendere posizione in merito alle affermazioni di De Rosa, sottolineando come – a detta loro – “ancora una volta il direttore del DSS tenta di sviare l’attenzione dalle responsabilità del suo Dipartimento nella gestione della sanità ticinese, puntando il dito contro Berna e proponendo soluzioni inefficaci e irrealizzabili, come quelle presentate oggi in conferenza stampa. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: i costi sanitari in Ticino sono fuori controllo, e la responsabilità ricade innanzitutto sul Cantone”. Nel testo espongono – come esempio concreto – i dati ufficiali relativi alla sanità in Svizzera, con un focus su quelli ticinesi, dove il numero di medici specialisti, così come le sedi di studi medici, il numero di visite e i costi generali del sistema sanitario siano superiori alla media nazionale. “Invece di agire, De Rosa preferisce continuare a gettare fumo negli occhi, proponendo iniziative che non hanno alcun margine concreto di approvazione a livello federale e la cui efficacia è quantomeno dubbia. Proposte che servono più a proteggere sé stesso da critiche interne che a risolvere i problemi reali della popolazione”. Sulla questione della cassa malati pubblica, i democentristi ritengono che “uno dei massimi responsabili della sanità cantonale proponga un’idea così strampalata è inquietante. Sappiamo bene che, per legge (LaMal), le assicurazioni malattia possono esporre costi amministrativi al massimo del 5% nella base obbligatoria. Dunque, il problema non è lì, ma nel restante 95% dei costi – che in gran parte dipendono proprio dal Cantone e dal DSS. Anche ipotizzando una cassa statale con un costo amministrativo di solo il 3% (cosa tutta da dimostrare, visto che il pubblico costa spesso più del privato), non cambierebbe nulla se non si taglia sui costi sanitari”.