
In Svizzera si acuisce la cosiddetta “guerra del pane”. Oggi l'associazione Faire Märkte Schweiz ha chiesto alla Commissione della concorrenza (Comco) di indagare sulla politica dei prezzi del settore. Meno di un mese fa, ricordiamo, Aldi ha proposto alcune pagnotte a meno di un franco e dal settore non si placano le preoccupazioni.
Prezzi mai così bassi
“Questa politica non è una novità per il pane semi bianco, ma di certo i prezzi non erano mai scesi così in basso”, commenta Giuseppe Piffaretti, maestro panettiere, pasticcere e confettiere. “Siamo in una condizione di concorrenza sleale? Non saprei - prosegue - ma se dovessi scegliere fra uno sfilatino sano e che so da dove viene, che mi costa 2,30 franchi, e uno che non so se è stato prodotto in Svizzera e poi importato, non avrei dubbi. Anche se costa 99 centesimi”.
Panifici, si rischia la chiusura
Di certo, Piffaretti non nasconde le preoccupazioni: “Ormai il consumo di pane si è ridotto drasticamente. Se continuiamo così le panetterie rischiano di chiudere, oppure di trasformarsi in boutique di lusso come avviene già in Giappone, dove uno sfilatino costa 14 franchi. Ma non sarà più un prodotto per tutti”.
La presa di posizione di Aldi Suisse
Da noi contattata, Aldi Suisse ha preso posizione sugli ultimi sviluppi: “Non ci riteniamo interessati dalle accuse di cui sopra e pertanto le respingiamo", scrive. La riduzione del prezzo del pane semi bianco e bigio, nonché di altri prodotti della Panetteria, "non ha alcun impatto sulle tariffe alla produzione o sulla qualità". La riduzione dei prezzi "è resa possibile da un'ulteriore riduzione del nostro margine e dal nostro principio ALDI. Ottimizziamo costantemente le strutture e i processi, già di per sé snelli". In questo modo "garantiamo una sana concorrenza nel commercio al dettaglio svizzero, proprio in un periodo in cui molte famiglie devono stare attente al proprio budget. Il nostro obiettivo è quello di sostenere il portafoglio della clientela.”.
