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Il Ticino e la nuova legge sulla protezione animali: “L’idea è buona, ma sarà la qualità dell’applicazione a fare la differenza”
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Michael Naef, educatore e riabilitatore cinofilo, commenta la luce verde data dal Gran Consiglio alla nuova Legge sulla protezione animali.

“È un primo passo positivo, ma restano molti interrogativi”. In poche parole, è questo il commento di Michael Naef, educatore e riabilitatore cinofilo, alla nuova Legge sulla protezione animali approvata nelle scorse settimane dal Gran Consiglio, che vede tra le principali novità la costituzione di un ente unico di coordinamento, che dovrà garantire “la prontezza d’intervento” in caso di animali vaganti e l’obbligo, per i futuri proprietari di cani, a seguire un corso di base obbligatorio.

“Spero di sbagliarmi, ma il vero problema non verrà risolto”

Il vero problema, continua, “è rappresentato dalla violenza esercitata da alcuni istruttori e, di riflesso, insegnata ai proprietari, senza che vi sia un controllo o una sanzione efficace”, come “più volte segnalato alle autorità”. Inoltre, “le segnalazioni di maltrattamento da parte della popolazione vengono sistematicamente ignorate dall’Ufficio del veterinario cantonale”. E questo aspetto Naef “teme che non cambierà con la nuova legge”, anche se “spera di non sbagliarsi. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a una manovra politica di facciata, come altre già viste in questo Cantone: un modo per mostrare che ‘si fa qualcosa’, ma senza affrontare davvero i problemi con azioni concrete. Serve più ascolto verso i cittadini e più responsabilità da parte degli enti pubblici, che sono finanziati dalla popolazione”.

“Tutto dipende da come verrà gestito nella pratica”

Come scritto, un altro aspetto previsto dalla nuova legge è la “costituzione di un ente unico di coordinamento, attivo h24 e presidiato da personale specializzato e formato per affrontare situazioni di emergenza”. In questo caso, “tutto dipende da come questo ente verrà gestito nella pratica: se riuscirà a garantire risposte tempestive, personale formato e collaborazione con le protezioni animali, allora potrà davvero colmare alcune lacune; altrimenti rischia di restare un’ottima idea solo sulla carta”. Lo spiega ricordando che “già oggi la Spab, ad esempio, offre un servizio di picchetto che è prezioso, ma rappresenta un intervento d’emergenza e non un reale monitoraggio di maltrattamenti”.

Il corso obbligatorio per i nuovi proprietari

Naef in passato ha più volte sottolineato come un “cane non abbia solo bisogno di amore, ma anche di competenze”. Ed ora è stato scritto nero su bianco che “i futuri proprietari di cani dovranno seguire obbligatoriamente un corso di base obbligatorio”. Si tratta  “sicuramente di un passo positivo”, ci spiega. “Oggi molte persone adottano un cane senza valutare l’impegno reale che comporta il prendersi cura di un animale e rispettarne i bisogni. Questo porta spesso ad abbandoni nei canili, anche dopo poco tempo. Un corso di base obbligatorio può aiutare a creare maggiore consapevolezza, offrendo conoscenze utili e un punto di riferimento in caso di difficoltà, un po’ come avveniva con il vecchio corso OPAn, poi abolito perché considerato ‘scomodo’ da alcuni proprietari più commerciali”. Ma, conclude, “ancora una volta, sarà la qualità dell’applicazione e della supervisione a fare la differenza tra una buona proposta e un vero cambiamento”.