
Lasciare da parte i tradizionali fuochi d’artificio per il primo d’agosto e buttarsi nel mondo dei droni. La proposta è stata formulata dal municipale luganese Tiziano Galeazzi, secondo cui siccità e inquinamento impongono un approccio diverso. “Propongo di pensare per gli anni a venire a degli spettacoli di luci alternativi senza inquinamento e senza rumore come avviene ultimamente in molte città del mondo attraverso i mini droni luminosi”, ha scritto Gelazzi suoi suoi profili social. La proposta, che divide l’opinione pubblica tra tradizionalisti e chi è favorevole ad alternative green, sarà analizzata oggi dai suoi colleghi in Municipio. L’orizzonte temporale è comunque quello del 2023. Di sicuro c’è già qualcuno pronto alla rivoluzione. Stiamo parlando di DroneAir.
“Le sensibilità sono cambiate”
Christian Righinetti di DroneAir, nonché pilota e istruttore, ritiene che serva un cambio di approccio. “Siamo svizzeri, siamo abituati ai nostri botti e io stessi li adoro. Però nel 2023 o già da quest’anno vanno ridimensionati. Le sensibilità sono cambiate e penso che i droni possano essere salutati in modo molto positivo”. I vantaggi, aggiunge, sono molteplici. “Non ci sarebbero più problemi con gli amici degli animali: vengono infatti a mancare emissioni sonore. Le uniche che rimangono sono quelle create ad arte tramite emissioni dalle casse che vengono piazzate per fare da sottofondo musicale. Inoltre, è un’energia completamente verde: i droni funzionano a batteria. Infine, si tratta di una novità che può essere installata in qualsiasi comune o evento privato, senza andare a creare rumori e inquinamento”.
Meccanismo e costi
Se gli spettacoli pirotecnici son ben conosciuti, quelli con i droni un po’ meno. Ma il meccanismo è semplice, spiega ancora Righinetti. “I droni vengono calibrati tutti insieme tramite un software e simulano uno spettacolo luminoso. Nel cielo possono dunque essere prodotte immagini come una persona che cammina, un areo, una balena...”. Per quanto riguarda la questione dei costi, l’ammontare non si discosta molto da quello dei fuochi (in genere superano i 100mila franchi).
Comuni pronti per il cambiamento?
Se Lugano ci sta pensando, altri comuni hanno mostrato interesse. Una richiesta è già stata inoltrata a un ente locale, spiega ancora Righinetti, ma alla fine è stato declinato l’invito. “Eravamo pronti a farlo, ma non c’è stata la possibilità. Sarebbe stato il nostro spettacolo 0”.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata