
“La prima cosa che ho provato guardando quelle foto è un grande ribrezzo. Non si possono immortalare dei bambini in queste situazioni e tantomeno far circolare queste foto. Gli scatti sono in forma anonima e quindi chi di dovere dovrà verificare se si tratta realmente di foto presenti nelle chat”. Così Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione giustizia e diritti, commenta ai microfoni di Ticinonews gli ultimi aspetti del cosiddetto caos al Tribunale penale cantonale. Ci riferiamo alla missiva spedita anonimamente allo stesso Dadò, che conterrebbe altre tre foto inviate dal presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani alla segretaria presunta vittima di mobbing. In questo caso si tratterebbe di immagini di dubbio gusto prese da internet che ritraggono bambini.
Immagini che Dadò ha condiviso con la Commissione. “Ho ritenuto giusto mostrarle ai colleghi, per capire quale fosse il loro pensiero. E devo dire che da parte loro c’è stato un momento di sconforto nel vedere foto di questo genere che circolano”. La Commissione ha poi valutato “di doverle segnalare a chi di dovere. Spetterà al Consiglio della magistratura e al procuratore straordinario fare le proprie valutazioni e ritenere se queste fotografie siano o meno degne di essere tenute in considerazione ai fini di quanto sta avvenendo”.
“Un confronto è doveroso”
A livello politico, adesso, la Commissione incontrerà quanto prima il Consiglio della magistratura, “perché per questa, ma anche per altre situazioni che sono sotto gli occhi di tutti, un confronto con la Commissione che esercita l’alta vigilanza è più che doveroso”, conclude Dadò.
