
“Il tiro non è solo sport. È una tradizione che affonda le sue radici nell’identità della nostra Confederazione. È disciplina, senso del dovere, responsabilità individuale e collettiva”. Così si è espresso ieri il presidente del Governo ticinese, Norman Gobbi, in occasione della Festa cantonale di tiro svoltasi a Faido. Un evento attraverso il quale “celebriamo la Svizzera delle milizie, la Svizzera che ha scelto di essere forte nella sua neutralità armata, pronta a difendere sé stessa non con l’aggressione, ma con la preparazione, la vigilanza e la determinazione”.
"Onorare un'eredità che non è solo memoria"
Il “ministro” leghista ha poi citato il consigliere federale Giuseppe Motta il quale, parlando alla commemorazione della Battaglia dei Sassi Grossi a Giornico, ricordava: “Bisogna mettere in luce la parte essenziale che la Leventina ebbe in quel memorabile svolgimento. Essa protendesi giù dal valico del San Gottardo quale prima difesa del monte fatidico che ben fu chiamato la 'Montagna sacra degli Svizzeri'. È naturale perciò che la Leventina sia stata come la prima radice del Ticino svizzero". Ebbene, “oggi (ieri, ndr) siamo qui, su questa ‘prima radice’, per onorare un’eredità che non è solo memoria, ma anche impegno per il futuro”, ha sottolineato Gobbi.
"Un gesto d'amore"
Questo evento, ha concluso il consigliere di Stato, “è un gesto di amore per il Cantone, per la Confederazione e per i valori che ci uniscono: la libertà, la responsabilità, l’unità nella diversità”.