
Dopo la richiesta dei presidenti Fiorenzo Dadò (Centro) e Piero Marchesi (UDC) di togliere al Consigliere di Stato Claudio Zali la gestione del dossier lupo, il diretto interessato rompe il silenzio e risponde punto per punto alle critiche. In un’intervista rilasciata a Ticinonews, Zali respinge le accuse di inadempienza, rivendica l’operato del suo Dipartimento nel rispetto del quadro legislativo federale e accusa i suoi detrattori di attacchi strumentali.
Il Presidente di Centro e Udc chiedono che le venga tolta la gestione del lupo. Che cosa risponde a questa richiesta?
“Decideranno i colleghi se è il caso di togliermi la gestione del lupo. Questo presupporrebbe delle inadempienze, che da parte mia non ritengo che ci siano state. Non dimentichiamo che ci sono delle leggi federali che vanno rispettate. È solo un attacco personale, ma senza nessuna indicazione di circostanze in cui si poteva o si doveva fare diversamente, spiegando come e dove”.
Lei però avrebbe assunto anche le redini del Dipartimento delle Istituzioni. Significa che in fondo anche lei lo voleva lasciare questo dossier?
“Non ha nessuna correlazione con la questione lupo. È una questione molto più vasta. Non la sento come particolarmente preoccupante. C'è una certa frustrazione, certo, perché il numero di lupi sta aumentando e le norme federali, fatte dal Parlamento federale in cui Marchesi siede e il dipartimento diretto da un Udc, ci mettono dei paletti per cui non possiamo agire come molti vorrebbero e si aspetterebbero”.
Ha già avuto occasione di portare queste problematiche a Berna?
“I nostri uffici sono in dialogo costante con l'Ufficio federale dell'ambiente. Ogni lupo, ogni predazione è un dossier e viene segnalato a Berna. Si fa la richiesta dell'esame del DNA e si cerca nell'applicazione delle norme esistenti di poter arrivare a degli ordini di abbattimento. Quando ne sono date le premesse, li emettiamo immediatamente e cerchiamo di eseguirli con gli effettivi che abbiamo. Tre anni fa è stato richiesto come emendamento al Preventivo di aumentare la dotazione dell'Ufficio caccia e pesca in termini di uomini, che è ferma a prima che esistesse il problema lupo. Il problema lupo è stato quindi un problema supplementare, per il quale l'Ufficio non è stato dotato di risorse aggiuntive. Ebbene, noi facciamo quello che possiamo con le persone che abbiamo e con il quadro legislativo federale che ci ritroviamo e con la gestione dell'Ufficio federale dell'ambiente diretto da un consigliere federale Udc”.
Udc e centro nel loro comunicato sottolineano che in Ticino vengono abbattuti molto meno lupi rispetto agli altri Cantoni. Perché questa differenza? Come lo spiega?
“Cantoni differenti, effettivi di lupi differenti e premesse giuridiche differenti. È la stessa legge, ma si verificheranno delle situazioni differenti. Noi per ora non abbiamo ancora avuto la possibilità giuridica di chiedere la rimozione di un intero branco. Lo faremo forse in via preventiva perché se ne stanno creando le premesse. Ma questo è possibile solo nel periodo da settembre a gennaio. Ora, io non credo che si possa misurare in termini quantitativi delle situazioni cantonali totalmente differenti. C’è anche una pratica dell'agricoltura di montagna totalmente differente a quello che avviene negli altri cantoni. Fornisco un piccolo dato che non vuol dire nulla, così come non vogliono dire nulla queste differenze: muoiono per attacchi dei lupi 1000 pecore all'anno e muoiono invece, per altri motivi, 55’000 pecore in un anno. Questo è il dato del 2024”.