Ticino
FFS Cargo e il futuro in Ticino, "È una regione importante e Chiasso non chiuderà"
© SBB/CFF/FFS
© SBB/CFF/FFS
Redazione
9 ore fa
Viste le reazioni alla chiusura dei terminal di Cadenazzo e Lugano, Ffs Cargo prende posizione e spiega le ragioni dietro la chiusura. "Il segmento è in perdita, la riorganizzazione è necessaria".

Entro la fine dell'anno Ffs Cargo taglierà 40 posti di lavoro in Ticino. La decisione, come comunicato negli scorsi mesi, rientra nel piano di riorganizzazione dell'ex regia federale, che comprende la chiusura di otto terminal a livello nazionale, tra cui quelli di Cadenazzo e Lugano. Una mossa, quella delle Ferrovie, che ha portato a una serie di reazioni del mondo politico e delle istituzioni, come la lettera scritta negli scorsi giorni dal comune di Sant'Antonino al ministro dei trasporti Albert Rösti. E oggi, proprio per cercare ci calmare gli animi, le Ffs, "consapevoli dell'impatto emotivo che la questione ha per il Ticino", hanno voluto cercare di far chiarezza.

"La trasformazione è necessaria"

Attualmente, viene spiegato, "il segmento Traffico merci delle Ffs è in perdita, ha un deficit strutturale di 80 milioni di franchi l’anno e dispone di locomotive e carri merci obsoleti. L’obiettivo è arrivare ad avere un traffico merci su rotaia economicamente autosufficiente, come richiesto dalla Confederazione in veste di proprietaria. Va ricordato, infatti, che il traffico merci in Svizzera non è un’offerta di servizio pubblico. Con un traffico merci finanziariamente sano, il trasporto ecologico delle merci su rotaia è garantito anche a lungo termine". Il quadro di riferimento, continua la nota, "è costituto dal concetto 'Suisse Cargo Logistics', presentato nel 2022. Esso prevede che la ferrovia, in combinazione con la rete stradale, trasporti merci pesanti su lunghe distanze e dove i clienti lo richiedono". Per farlo, "tutti devono dare il proprio contributo: la Confederazione con sovvenzioni temporanee, la clientela con prezzi equi e in linea con il mercato e anche le Ffs stesse, che devono migliorare l’efficienza del traffico merci su rotaia e risparmiare sui costi".

La nuova organizzazione del traffico combinato

Nel traffico combinato (Tc) i container, i container cisterna, le casse mobili o i rimorchi per autocarri vengono trasportati in modo combinato su strada e rotaia. Questo settore "rappresenta solo il 6% circa dei servizi di trasporto di Ffs Cargo Svizzera. Con un fatturato di 18 milioni di franchi, attualmente nel Tc le Ffs registrano perdite per 12 milioni di franchi". Da qui la riorganizzazione che, come scritto, "comporta l’interruzione dell’esercizio di otto terminali del traffico combinato in tutta la Svizzera, con la realizzazione entro il 2026 del primo collegamento del nuovo modello di produzione ottimizzato dal punto di vista dei costi secondo il concetto 'Suisse Cargo Logistics'". Con il servizio navetta sull’asse nord-sud, oggetto di forte domanda, verrà rafforzato il collegamento transalpino tra Dietikon e Stabio e messa alla prova la nuova offerta. Nella peggiore delle ipotesi, la riorganizzazione del Tc porterà ogni giorno 70 autocarri in più sulle strade, ossia circa 20mila all’anno. A titolo di confronto, oggi in Svizzera circolano 30 milioni di autocarri".

La situazione in Ticino, domande e risposte

Perché le Ffs tagliano 40 posti di lavoro in Ticino?

"Gli sviluppi illustrati si ripercuotono sul personale anche in Ticino, dove purtroppo entro la fine del 2025 circa 40 posti non saranno più necessari. Le Ffs sono consapevoli di questa responsabilità particolare e intendono compiere questo passo indispensabile in modo socialmente sostenibile. Più concretamente, dei circa 40 collaboratrici e collaboratori ticinesi interessati nessuno sarà licenziato. Le FFS stanno cercando soluzioni all’interno dell’azienda per ricollocare il personale coinvolto. A fronte dell’andamento demografico, presso FFS Infrastruttura, TILO ma anche altre sedi della Svizzera, c’è grande necessità di personale specializzato con una buona formazione, come ad esempio macchiniste e macchinisti. In questo contesto le FFS agiscono naturalmente nel rispetto del CCL".

Rispetto alla Svizzera tedesca e romanda, il Ticino è molto più colpito. Le Ffs stanno penalizzando il Ticino?

"No, al contrario. Il Cantone è e rimane una regione importante per il traffico merci e viaggiatori. Negli ultimi cinque anni, le Ffs hanno creato 260 nuovi posti di lavoro in Ticino. Il Gruppo continua a investire, ad esempio con la costruzione del Nuovo stabilimento industriale ferroviario di Arbedo-Castione dove sono previsti almeno 360 posti di lavoro e 80 posti di formazione. In Ticino le Ffs impiegano in totale circa 2200 persone".

In Ticino si riscontra una certa resistenza: come gestiscono la situazione le Ffs?

"Le Ffs prendono molto sul serio le preoccupazioni del personale, delle parti sociali e del mondo politico e mantengono con questi interlocutori un contatto costante. Comprendono le domande e le preoccupazioni e sono consapevoli della propria responsabilità in Ticino. Anche in futuro, le Ffs resteranno un buon datore di lavoro e offriranno posti di lavoro qualificati, garantiranno un traffico merci rispettoso dell’ambiente e contribuiranno al trasferimento del traffico sull’asse nord-sud. Proprio a questo scopo le FFS devono modernizzare il traffico merci su rotaia, secondo il mandato politico e in stretta collaborazione con politica, parti sociali, stakeholder e clienti. Le FFS sono consapevoli di dover spiegare ancora meglio il piano di trasformazione".

Perché in futuro le Ffs nel TC gestiranno solo il collegamento Dietikon-Stabio e a fine anno sospenderanno l’attività in otto impianti di carico in tutta la Svizzera?

"Con un fatturato di 18 milioni di franchi, attualmente nel TC le Ffs registrano perdite per 12 milioni di franchi. Per gestire il TC in modo redditizio, si concentrano quindi sull’asse nord-sud, dove la domanda è molto elevata. L’offerta sarà potenziata con un servizio navetta – è previsto un collegamento diurno e notturno per giorno e direzione tra Dietikon (ZH) e Stabio (TI) – che consentirà di raddoppiare i trasporti sull’asse. Per contro, i terminali non redditizi non saranno più gestiti dalle FFS, ma potranno continuare a essere utilizzati dalle ferrovie merci. Ciò significa che in queste sedi le FFS non trasborderanno più merci dalla strada alla rotaia nell’ambito della loro offerta di traffico combinato. Se un cliente dovesse avere necessità, le FFS continueranno comunque a usare questi impianti, che del resto sono accessibili a qualsiasi ferrovia merci. Le FFS stanno anche valutando la possibilità di far gestire a terzi alcuni terminal. Ad esempio a Cadenazzo, dove in futuro prevedono un aumento dei trasporti per la Posta".

Secondo il programma Suisse Cargo Logistics le Ffs intendono ampliare il Tc. Ora stanno però eliminando i collegamenti TC. Non è una contraddizione?

"No, solo a prima vista. L’attuale modello di produzione del TC non è competitivo sul mercato ed è troppo costoso. Le Ffs creeranno entro il 2026 il primo collegamento del nuovo modello di produzione ottimizzato sotto il profilo dei costi in base al concetto «Suisse Cargo Logistics». Con il servizio navetta sull’asse nord-sud, oggetto di forte domanda, verrà rafforzato il collegamento transalpino tra Dietikon e Stabio e messa alla prova la nuova offerta. Se la fase di test di questo servizio navetta avrà successo, le Ffs estenderanno l’offerta al traffico combinato in tutta la Svizzera. Tuttavia, ciò richiede terminali completamente diversi rispetto agli impianti di trasbordo esistenti, che hanno una capacità molto ridotta. Gli attuali terminali sono troppo piccoli, i binari troppo corti e non sufficientemente automatizzati. In base a Suisse Cargo Logistics occorrono binari lunghi 400 metri e gru completamente automatizzate per trasbordare i container dalla strada alla ferrovia su larga scala. Ciò consente un esercizio redditizio. Le Ffs sono in dialogo con la Confederazione, i Cantoni e i potenziali clienti per assicurare le superfici e ottenere i finanziamenti necessari per la nuova infrastruttura".

A causa della riorganizzazione del Tc e della sospensione dell’autostrada viaggiante, si parla di 100mila autocarri in più all’anno sulle strade, è corretto?

"No, le Ffs puntano a un numero molto inferiore. Nella peggiore delle ipotesi, la riorganizzazione del TC porterà ogni giorno 70 autocarri in più sulle strade, ossia circa 20 000 all’anno. A titolo di confronto, oggi in Svizzera circolano 30 milioni di autocarri. Le Ffs vogliono continuare a gestire il maggior numero possibile di questi trasporti su rotaia e a tal fine stanno dialogando con i clienti. Il collegamento diurno tra Dietikon e Stabio consentirà inoltre di potenziare l’offerta di trasferimento di trasporti su rotaia. Del resto, il traffico combinato rappresenta solo il 6% circa dei servizi di trasporto di Ffs Cargo Svizzera. Nel 2023 l’Autostrada viaggiante ha trasportato 80 000 autocarri su rotaia, pari solo al 7% dell’intero traffico di transito combinato. L’obiettivo è quello di mantenere almeno il 50% dei clienti su rotaia nel TC non accompagnato, evitando così che i loro autocarri transitino in futuro attraverso il Brennero o il Gottardo".

Le Ffs stano riducendo gli investimenti nel traffico merci fino a eliminarlo?

"No, al contrario: lo stanno rendendo redditizio e quindi sostenibile per il futuro. Negli ultimi anni è stata gestita una grande rete a prezzi costantemente bassi, mentre le Ffs hanno perso circa il 30% del volume. In altre parole, una grande offerta non porta automaticamente a un aumento del traffico ferroviario. Alla luce del deficit del traffico merci di 1,3 miliardi di franchi accumulato negli ultimi anni e del deficit strutturale di 80 milioni di franchi all’anno, le Ffs non possono permettersi ulteriori perdite. Per scelta politica, il traffico merci in Svizzera non è un servizio pubblico".

Con l’iniziativa delle Alpi, il popolo svizzero ha inserito nella propria Costituzione un obiettivo di trasferimento dalla strada alla rotaia. Le Ffs stanno ostacolando questa politica di trasferimento?

"No, al contrario. In quanto ferrovia merci, le Ffs vogliono effettuare un maggior numero di trasporti su rotaia. In veste di proprietaria, la Confederazione si aspetta che coprano i loro costi. Esiste un mandato di trasferimento modale solo sull’asse transfrontaliero nord-sud, ma non per il traffico merci nazionale. Il traffico merci è un mercato liberalizzato e non un servizio pubblico. Ciò è stato confermato dal Parlamento federale quando ha modificato la legge sul trasporto di merci nella primavera di quest’anno".

Circolano voci, come ad esempio l’intenzione di chiudere le officine di Chiasso. Sono fondate?

"No. Non ci sono ipotesi di chiusura. Dal 2023 a Chiasso è in funzione un nuovo stabilimento per la manutenzione della flotta del traffico merci. È e rimarrà uno stabilimento importante per le Ffs".