Ticino
FFS Cargo, appello in difesa di lavoro, ambiente e volontà popolare
©Chiara Zocchetti
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Samuele Quadri
un giorno fa
"No allo smantellamento di FFS Cargo". È questo il titolo dell'appello lanciato dal nuovo comitato creatosi per difendere lavoratori, ambiente e volontà popolare per quanto riguarda i tagli in FFS Cargo. Organizzata anche una manifestazione il 29 agosto a Mendrisio.

"Il Consiglio di Stato è molto succube delle posizioni delle Ferrovie. È un atteggiamento che non si può accettare, ed è anche per questo che noi chiediamo al Consiglio di Stato di darsi da fare seriamente. Di 'bla bla' ne abbiamo abbastanza". È con queste parole che il deputato dell’MpS Matteo Pronzini descrive l’atteggiamento del Governo cantonale nei confronti di Berna sulla questione FFS Cargo. Il neo-nato comitato ticinese contro la ristrutturazione della società che organizza il traffico merci su treno ha organizzato una manifestazione a Mendrisio il 29 agosto .

Le rivendicazioni

Le rivendicazioni della manifestazione sono chiare, come sottolinea la deputata dei Verdi Nara Valsangiacomo: "Prima di tutto, riconoscere il paradosso della politica federale, che vuole un autofinanziamento del traffico su rotaia delle merci. Vogliamo che venga riconosciuto come un servizio pubblico, perché tale è". Oltre a questo, "vogliamo che vengano tutelati tutti i posti di lavoro, quindi che vengano fermate le misure in atto e revisionata la decisione di chiudere i terminal di Lugano-Vedeggio e di Cadenazzo, nonché la chiusura dell'autostrada viaggiante, perché l'impatto sarà davvero problematico". Oltre a questo, "c'è anche lo strumento della tassa sul traffico pesante, che al momento va revisionato e reso più efficace nel disincentivare il traffico su strada", afferma Valsangiacomo.

La questione ambientale

Il 20 maggio, ricordiamo, FFS Cargo aveva annunciato 40 tagli al personale in Ticino. Un aspetto, quello della salvaguardia dei posti di lavoro e dello smantellamento del servizio pubblico, che va di pari passo con le questioni ambientali che preoccupano il nostro Cantone e in particolare il Mendrisiotto. "Si stima che la ristrutturazione di FFS Cargo comporterà circa di 25mila camion che torneranno su strada in tutta la Svizzera", spiega Valsangiacomo. "Nello specifico del Ticino, abbiamo due degli otto terminal che sono stati chiusi in tutta la Svizzera. Siamo in attesa di sapere le cifre specifiche che interesseranno il Ticino". Tuttavia, "sappiamo che l'ultimo terminal rimasto è a Stabio, quindi è verosimile aspettarsi un afflusso in Ticino, ma soprattutto nella regione del Mendrisiotto". E a questo "dobbiamo inevitabilmente anche aggiungere la decisione di chiudere l'autostrada viaggiante che trasporta tra i 70 e gli 80mila camion di transito. È verosimile aspettarsi che attraversino sull'asse del Gottardo e le potenziali cifre ci preoccupano moltissimo".  

La preoccupazione dei macchinisti

Preoccupazioni che travolgono soprattutto il settore. Il mercato saturo non tranquillizza i macchinisti, come ci spiega il responsabile del Sindacato svizzero dei macchinisti sezione Ticino Luca Benato: "Siamo seriamente preoccupati. Il mercato ticinese attualmente è saturo, sta andando anche indietro. Il problema più grosso è che i macchinisti dovranno andare magari in officina, alla Tilo, e non sappiamo che settori liberi possano esserci in Ferrovia. Scompariranno posti di lavoro". 

Il futuro?

Un futuro, quello del settore, in bilico. Il taglio dei 40 posti di lavoro in Ticino potrebbe essere solo la prima fase. Thomas Giedemann del sindacato SEV è preoccupato: "C'è questo progetto Genesis, a livello nazionale desiderano tagliare 440 posti di lavoro in tutti i settori, in tutta la Svizzera da qui al 2030. In Ticino per ora ne hanno comunicati 40, ma potrebbero seguirne altri", ci dice. Se il futuro non è roseo, uno sguardo al passato non aiuta. L’iniziativa delle alpi, ora ProAlps, approvata più di 30 anni fa, scricchiola. "La volontà popolare è già disattesa da anni; i 650mila camion dell'obiettivo legislativo non li stiamo raggiungendo, e adesso la tendenza ventennale di riduzione sta ricominciando a salire", racconta Valsangiacomo. "Il contesto è estremamente preoccupante e la volontà politica non aiuta". Un tema sempre più al centro del dibattito ticinese che vede, da ultimo, l’appoggio di una trentina di Comuni. La speranza del comitato è che l’appello si espanda a macchia d’olio.