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Farmaceutica, Poli: "Attenzione alla competitività delle piccole realtà"
© Shutterstock - Ticinonews
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Redazione
2 ore fa
Dal settore farmaceutico ticinese un appello alla cautela: la politica dei dazi di Trump è caotica” - spiega il presidente di Farma Industria - “e solo le grandi aziende possono permettersi investimenti diretti negli stati uniti. Il rischio è che le aziende di medie dimensioni possano perdere competitività”. Intanto la Svizzera reagisce alla notizia di ieri fra sollievo e interrogativi.

Dopo l’annuncio di ieri dell’abbassamento dei dazi USA per la Svizzera, scesi dal 39 al 15%, Farma Industria si appella alla cautela e lancia il monito: attenzione alla competitività delle aziende di medie dimensioni. Con il presidente della sezione Ticino (FIT) Piero Poli siamo partiti da questa domanda: Cosa significa questo accordo per il settore in Ticino?  “Probabilmente un po’ di equilibri cambieranno, però è chiaro che la piccola-media impresa - in caso di dazi - è quella più colpita”, ci dice Poli. “È anche quella che può fare meno investimenti di questa entità nell’arco di pochi anni. I dazi colpiranno probabilmente in misura minore le grandi imprese rispetto alle più piccole”.

Si aspetta una perdita di competitività per le aziende farmaceutiche ticinesi che sono prevalentemente di medie dimensioni o no?
“La perdita di competitività non è tra aziende dello stesso territorio, più che altro su aziende che operano in territori diversi con dazi differenti. Se ci dovessimo mettere in competizione con chi ha dazi pari a zero, allora si andrà ovviamente a perdere competitività sul mercato americano rispetto a uno Stato che invece è riuscito a ottenere l’esenzione totale dalle tariffe doganali”.

In generale, come valuta il risultato annunciato ieri dalla politica Svizzera? È d'accordo a definirlo un successo?
“Io credo che il fatto che la delegazione di imprenditori e il Consiglio federale siano riusciti ad ottenere un equiparazione all’Ue sia un ottimo risultato. Oggi è tuttavia ancora tutto in forse, lo vedrei quindi come un cauto ottimismo. È vero che ci sono state dichiarazioni e una lunga conferenza stampa del Consiglio federale, però dall'altra parte è altresì vero che non c'è effettivamente una firma su un decreto da parte dell'amministrazione americana”.

Negli scorsi mesi Trump aveva minacciato la farmaceutica con dazi astronomici da 100 a 200%. Con questo accordo vi sentite un po' più al riparo da minacce future?
“Non è detto, perché non abbiamo letto quelle che sono le effettive richieste dell'amministrazione USA e quali sono gli accordi. Pare che la farmaceutica sia stata esentata ulteriormente da questi dazi. Dall'altra parte ricordiamo che poche settimane fa una delegazione di una delle più grosse multinazionali si è recata nello studio ovale e hanno concordato alcuni abbassamenti di prezzi di alcuni farmaci, come quelli per contrastare l’obesità. La farmaceutica è quindi esentata solo fino a un certo punto. Dall'altra parte è altresì vero che alcuni alcune categorie di farmaci erano già state esentate anche con i dazi al 39%. In questo caso si parla di farmaci generici e quelli che non sono sotto brevetto”.