"Basta suicidi al carcere cantonale della Farera. Stop alla tortura dell'isolamento inutile!”, l’avvocato e consigliere comunale bellinzonese Tuto Rossi commenta così la notizia del 67enne cittadino elvetico ritrovato senza vita in carcere, lamentando condizioni di detenzione "inutilmente dure" (vedi articolo suggerito).

L’avvocato ha affidato a Facebook il suo sfogo: “Tutti i cittadini devono sapere che alla Farera sono incarcerate persone ancora innocenti. Non si tratta di un carcere di espiazione della pena, bensì di un carcere preventivo dove i detenuti possono benissimo venire scagionati alla fine dell'inchiesta”.

"Purtroppo il povero signore 67enne che si è suicidato stanotte non è un caso isolato", prosegue Rossi, che pubblica il testo di un suo scritto inviato recentemente al Giudice dei provvedimenti coercitivi, in cui si può leggere "la drammatica previsione del suicidio della scorsa notte”.

"XY è da 6 mesi detenuto presso il carcere la Farera, dove come noto le condizioni di detenzione sono inutilmente dure. Non c’é infatti nessuna ragione per isolare i detenuti 23 ore al giorno e farli uscire dalla cella per una sola ora di passeggio, che oltretutto non viene neppure esercitata all’aria aperta, bensì in una gabbia di cemento armato".

"Mentre in tutti gli altri carceri preventivi della Svizzera, i detenuti (che a questo stadio sono persone innocenti), sono sottoposti a un regime che permette loro di svolgere attività lavorative e di svago, socializzando senza inquinare le prove (ci sono mille metodi per ottenere questo risultato), il Ticino rimane l’unico Cantone che fa tesoro della pratica ereditata dalle vecchie Pretoriali, chiuse perché considerate una tortura contraria alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo".

"L’isolamento completo e prolungato alla Farera rischia di provocare danni psichici permanenti alla persona che vi è rinchiusa".

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