
È di pochi giorni fa la notizia che l’Azienda elettrica ticinese (AET) ha deciso di ridurre il prezzo che paga per l’energia solare prodotta da privati, una riduzione dai 22,5 agli 8,5 centesimi per ogni kilowattora. Un fatto che sta facendo molto discutere, e che ha scatenato anche un'interrogazione al Governo. "In questi due anni e mezzo sono aumentate le tariffe per i privati, mentre diminuiscono quelle del ritiro della corrente e ci sono degli atti, che chiedevano di introdurre un minimo uniforme, che non sono andati avanti. Quindi noi andiamo a spingere su questo fatto”, spiega a Ticinonews il granconsigliere Massimo Mobiglia.
Tempi incerti per il fotovoltaico
Sono tempi incerti, almeno a livello pianificatorio, per chi ha dei pannelli solari. Con l’arrivo del nuovo anno i proprietari di un sistema fotovoltaico hanno infatti ricevuto la notizia della riduzione della tariffa con cui l'AET paga per l'energia solare prodotta dai privati. Una differenza netta che ha fatto insorgere molti, e provocato anche un’interrogazione al Consiglio di Stato inoltrata appunto da Mobiglia e Matteo Buzzi. “È una riduzione del 60% - afferma Mobiglia - quindi alla fine l’utente finale si chiede per quale motivo a lui aumenta continuamente (il costo del)la corrente e però la produzione di fotovoltaico che produce lui stesso viene ridotta radicalmente”.
Un prezzo sul valore di mercato
Per capire i motivi e le dinamiche della riduzione, Ticinonews ha incontrato il direttore dell'AET Roberto Pronini. "I prezzi dell’anno scorso erano dei prezzi eccezionali toccati dalla guerra in Ucraina, dalla crisi del gas, dal nucleare fuori servizio in Francia per la metà della produzione e dalla grande siccità", ricorda Pronini. "Quest’anno i prezzi sono scesi sui mercati all’ingrosso ai livelli degli anni precedenti. Il prezzo che paghiamo per l’energia solare è calcolato sul valore di mercato del fotovoltaico".
Tra tariffe altalenanti e differenze di prezzo
Tariffe che sono state decisamente altalenanti negli ultimi anni, come detto con un picco l’anno scorso, e si spera quindi in un po’ di regolarità per il futuro. "Se guardiamo agli anni scorsi la tariffa era grossomodo abbastanza stabile, solo il 2022 è stato un eccezione", sostiene il direttore dell'AET, che si augura che la situazione cambi, anche perché il rincaro del costo dell’energia mette in difficoltà il settore dell’industria. Un altro dei temi di cui si è discusso, e su cui si è soffermata anche l’interrogazione, è quello della differenza tra il prezzo con cui viene comprata la corrente e quello a cui viene venduta ai consumatori. "Si compra l'energia dalla rete e si deve pagarla che vale circa il 40%, più le tasse e i contributi che valgono circa il 15%. Quindi il costo è maggiore rispetto al costo della sola energia", spiega Pronini.
Tariffe di ritiro disincentivanti?
Un altro problema, secondo i firmatari, è che le tariffe di ritiro della corrente hanno funzione incentivante o deterrente, e questo potrebbe quindi ridurre il numero di privati che optano per questa fonte energetica. Pronini non è d’accordo: “I numeri dicono il contrario: in Ticino c’è un boom di installazioni di impianti solari con solo nel 2023 il 40% in più”. Secondo il direttore dell'AET è interessante che l’investimento si ammortizza in pochi anni.
Una soglia minima
Ticinonews ha infine chiesto a Pronini cosa pensa delle proposte contenute nell’interrogazione, ad esempio quella della soglia minima di 10 o 12 centesimi. "Nell’atto mantello che verrà votato dal popolo a giugno si prevede anche una soglia minima di ritiro dell’energia solare. Se dovesse passare e messa in vigore questa regola, probabilmente verrà già definita da Berna questa misura, che sarà però vicino al valore di mercato di questa energia”, conclude il direttore dell'AET.