
"Tagli AET alla rimunerazione della corrente fotovoltaica". È il titolo di un'interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato da quattro deputati - primi firmatari Massimo Mobiglia (Verdi liberali) e Matteo Buzzi (Verdi), assieme a Sara Beretta Piccoli (Verdi liberali) e Marco Noi (Verdi) - che concerne la decisione di AET, risalente allo scorso 13 febbraio, di ridurre "drasticamente" il prezzo che paga per l'energia solare prodotta dai privati. In particolare l'azienda è passata dai 22.5 centesimi per ogni kWh del 2022 a 8.5 del 2023. "Questo cambio di rotta, rispetto ai pagamenti ben più alti del 2022, potrebbe far desistere molti dall’idea di investire in un impianto fotovoltaico, facendo rallentare significativamente il tasso di installazioni che nel 2022 e 2023 aveva raggiunto dei livelli interessanti e maggiormente compatibili con gli obiettivi da raggiungere a lungo termine", fanno notare i due deputati.
I motivi
Secondo le spiegazioni di AET l'anno 2022 è stato eccezionale ed è stato influenzato da fattori come la guerra in Ucraina e i problemi di fornitura di gas, mentre nel 2023 i prezzi all’ingrosso dell’elettricità sono diminuiti e perciò anche la tariffa riconosciuta ai privati è scesa. "A nostro avviso", aggiungono Mobiglia e Buzzi, "anche la carenza di produzione delle centrali nucleari francesi e la siccità estiva sono state concause dell’aumento dei prezzi all’ingrosso".
Fissare un livello minimo di prezzo
Nell'interpellanza i deputati ricordano che l'articolo 15 della legge energia (Len) disciplina la rimunerazione da parte dei gestori di rete: "essa deve essere adeguata e legata al costo che il gestore di rete evita di sostenere per l'acquisto di elettricità equivalente sul mercato. Da qui la relazione poco strategica con i prezzi della corrente in borsa applicata da AET", sottolineano Mobiglia e Buzzi. Vista l'altalena dei prezzi di ritiro, che rendono difficoltoso un piano di ammortamento degli impianti, i deputati ritengono auspicabile fissare un livello minimo di prezzo di ripresa al di sotto del quale non scendere. Inoltre, la rimunerazione di AET "non segue quella dei prezzi della corrente elettrica che ogni gestore pratica", fanno notare i granconsiglieri. "Vi sono situazioni in cui per l'anno in corso la rimunerazione per il fotovoltaico diminuisce mentre il gestore di rete chiede per la corrente fornita prezzi maggiori. Ricordiamo che il piccolo consumatore finale è vincolato e non può scegliere da chi comperare la sua corrente. La rimunerazione della corrente fotovoltaica immessa in rete dovrebbe quindi essere direttamente legata con l'andamento del prezzo di acquisto della corrente dalla stessa rete in cui la corrente viene immessa".
Le domande al Governo
1. Come valuta il Consiglio di Stato la massiccia riduzione della rimunerazione per l'energia elettrica fotovoltaica deciso da AET?
2. Per promuovere ulteriormente il fotovoltaico non sarebbe auspicabile chiedere ad AET, in qualità di azienda pubblica, di andare oltre alla media aritmetica del prezzo di mercato dell'anno passato praticando dei prezzi remunerativi maggiori?
3. La riduzione della rimunerazione non rischia di frenare la crescita di installazioni fotovoltaiche ora che finalmente è aumentata proprio grazie ai prezzi alti dell'elettricità sul mercato e anche ai prezzi più elevati di ripresa della stessa?
4. Il prezzo di rimunerazione non sarebbe da concordare con ogni gestore di rete e da vincolare al prezzo con cui ogni gestore di rete vende la corrente ai suoi consumatori?
5. Come valuta il Consiglio di Stato l'introduzione di una soglia minima di 10-12 cts./kWh per la rimunerazione della corrente fotovoltaica in Ticino?
6. Come potrebbe essere finanziata la differenza tra il prezzo medio di mercato e la soglia minima?
7. Il Cantone si è fatto promotore di una tariffa di ripresa variabile ma univoca a livello federale?