
Gli occhi sono puntati sull’inverno in vista di una possibile penuria energetica. Il Consiglio federale ha posto in consultazione proprio in questi giorni alcune misure per far fronte a possibili blackout, che vanno da appelli urgenti fino a contingentamenti. Scenari, va detto, che entrerebbero in vigore solo in caso di grave penuria energetica. Secondo Werner Luginbühl, presidente della Commissione federale dell'energia elettrica (Elcom), lo spettro di una carenza di elettricità si è attenuato rispetto alle previsioni di quest’estate. Le interruzioni di corrente sono diventate "piuttosto improbabili", anche se non possono essere escluse del tutto, ha affermato in un’intervista all’agenzia di stampa finanziaria Awp. Il vero problema, però, non sono tanto i prossimi mesi, ma piuttosto l’inverno 2023-2024, mette in guardia Paolo Rossi, ex direttore di Aet, ai microfoni di Ticinonews.
“Ci vorranno almeno due anni per un nuovo equilibrio”
Secondo Rossi occorre agire già in questo momento per evitare spiacevoli situazioni in futuro. “Questo inverno non sarà il più problematico. Semmai è il prossimo che porrà dei grattacapi. Anche se la guerra in Ucraina dovesse cessare la prossima primavera, non credo che l’approvvigionamento di energia sarà ripristinato. Prima che raggiungiamo un nuovo equilibrio passeranno almeno due anni”.
Il problema delle riserve
Il ritmo delle forniture di gas dalla Russia verso l'Ue si è ridotto gradualmente nel corso degli ultimi mesi, fino a subire uno stop a inizio autunno con i problemi al gasdotto Nordstream 1. Un crollo che ha lasciato un buco rispetto al fabbisogno, colmato in parte da quantità di gas liquefatto (Gnl) con costi logistici molto più alti. Ma il tutto si è svolto quando, a primavera, le scorte di gas "erano sopra il 50%", rimarca Rossi. "Per questo inverno abbiamo dovuto riempire una parte minoritaria delle scorte, riuscendoci in parte. Ma cosa succederà alla fine di questa stagione? Determinante sarà quanta acqua avremo nei bacini idrici e quanto gas avremo nelle riserve per prepararci all'inverno 2023/2024".
"Più risparmiamo, meglio saremo preparati"
Per prepararsi al meglio per il prossimo anno, secondo Rossi, bisogna agire già nel presente. "Non possiamo mettere in atto misure di risparmio quando siamo già in una situazione di pericolo o di emergenza. Sarebbe utile farlo subito". Oltre al risparmio individuale, Rossi pensa soprattutto a quelle misure che non vanno a incidere sul comfort del cittadino, come spegnere le insegne luminose o le vetrine dei negozi durante la notte. “Serve un’azione concreta, con l’appoggio di Comuni e Cantoni”. Un maggiore risparmio inciderebbe anche sui costi: "Più le riserve sono alte, meno il costo dell'elettricità sarà elevato. La domanda sarà meno esasperata e l'offerta terrà prezzi più bassi". Il messaggio è dunque chiaro: "Più fieno mettiamo in cascina, più saremo preparati l'anno prossimo".