Ticino
È morto Dick Marty
Redazione
5 mesi fa
Il già procuratore pubblico, consigliere di Stato e consigliere agli Stati si è spento all'età di 78 anni. Era malato da tempo.

È morto nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 28 dicembre, Dick Marty. Aveva 78 anni. Ne dà notizia La Regione. L'ex procuratore pubblico ed ex consigliere agli Stati si è spento nella sua casa di Fescoggia, in Malcantone. Era malato da tempo.

La carriera

Nato a Sorengo il 7 gennaio 1945, dopo le scuole obbligatorie e il liceo di Lugano, si è laureato in giurisprudenza presso l'Università di Neuchâtel. Dal 1972 al 1975 è stato assunto presso il Max Planck Institute per il diritto internazionale e degli esteri a Friburgo, in Germania, come responsabile per la sezione sul diritto svizzero. Nel 1975 è stato nominato procuratore pubblico del Canton Ticino, carica che ha ricoperto fino al 1989 e attraverso la quale si è fatto notare per la sua lotta contro la criminalità organizzata e la droga.

Nel 1989 è iniziata la sua carriera politica. È stato eletto in Consiglio di Stato per il PLR, dove è stato direttore del Dipartimento delle finanze. Nel 1992 ha assunto la carica di presidente. Nel 1995, dopo aver rinunciato a ricandidarsi per il Governo, è stato eletto al Consiglio degli Stati in rappresentanza del Canton Ticino. A Berna è rimasto per quattro legislature fino a quando, nel 2011, ha deciso di non ripresentarsi. 

Dal 1998 al 2011 è stato membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, dove è stato attivo in diverse commissioni. Nel 2005 è stato nominato relatore del Consiglio d'Europa per l'indagine sulle presunte prigioni segrete della CIA in Europa. Marty ha pubblicato due rapporti su queste indagini, poi approvati dall'Assemblea. Rapporti in cui state evidenziate violazioni delle norme internazionali sui diritti umani in diversi stati europei. In particolare Polonia e Romania sono state accusate di aver ospitato nei loro territori, tra il 2003 ed il 2005, centri di detenzione illegali della CIA. Anche altri Stati europei, tra i quali Italia e Germania, sono stati criticati per aver ostacolato la ricerca della verità, facendo ricorso al "segreto di Stato".

Nel 2010, sempre in veste di relatore del Consiglio d'Europa, aveva pubblicato un rapporto su presunti crimini di guerra delle milizie kosovare nella guerra d'indipendenza contro la Serbia. Il documento era servito da base per l'accusa nel 2020 al Tribunale speciale dell'Aia nei confronti di Hashim Thaci, allora presidente del Kosovo.

La vita sotto scorta

Dal dicembre 2020 è stato messo sotto alta protezione della polizia (livello 4), essendo minacciato di morte per motivi riconducibili alla sua trascorsa attività in seno al Consiglio d'Europa, in particolare in relazione all'indagine riguardante presunti crimini di guerra delle milizie kosovare nella guerra d'indipendenza contro la Serbia. Nel 2022 il ticinese aveva rivelato di aver ricevuto minacce di morte da "ambienti dei servizi segreti serbi". Aveva anche mosso pesanti critiche al Dipartimento federale degli affari esteri e al Ministero pubblico della Confederazione, affermando di non riuscire a capire perché le autorità non avessero perseguito immediatamente i criminali. Questa esperienza è stata raccontata nel suo ultimo libro "Verità irriverenti,  riflessioni di un magistrato sotto scorta", uscito nelle librerie ticinesi a novembre. Un'opera in cui racconta le sue battaglie, inclusa quella contro la malattia, e le sue riflessioni sullo stato della democrazia e sulla politica.

I riconoscimenti

Lo scorso 1° dicembre l'ex magistrato è stato insignito a Strasburgo del prestigioso Premio Pro Merito del Consiglio d'Europa, per la sua attività di relatore nelle due inchieste. Già in passato aveva ottenuto diversi riconoscimenti per il suo impegno a favore dei diritti umani. Anche dopo aver abbandonato la carriera politica, si è impegnato in alcune battaglie, come quella a favore dell'iniziativa "Per imprese responsabili", a sostegno dei media e contro la Legge antiterrorismo.

Il ricordo

Il presidente della Confederazione Alain Berset ha postato su X (ex Twitter) un pensiero dedicato a Dick Marty: "È con profonda tristezza che ho appreso della scomparsa di Dick Marty. Come procuratore, consigliere di Stato, consigliere agli Stati o come parlamentare al Consiglio d’Europa si è instancabilmente battuto per una Svizzera aperta, per la dignità umana e per lo Stato di diritto", scrive il consigliere federale, che porge le sue condoglianze alla moglie Gabriela e a tutta la sua famiglia. 

Anche la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha affidato a X il suo pensiero: "Abituarsi al silenzio e all'assenza di Dick Marty sarà difficile. La sua brillante e benevola intelligenza ci incoraggiava a donare il meglio di noi stessi. È raro e prezioso". 

Dal canto il collega PLR Ignazio Cassis ha sottolineato l'impegno di Marty in seno al Consiglio d'Europa: "Con il suo instancabile impegno in seno al Consiglio d’Europa per i diritti umani, Dick Marty ha lasciato un segno indelebile della Svizzera nel mondo. Condoglianze alla famiglia".

Le interviste su Teleticino

Questa sera, in omaggio a Dick Marty, andranno in onda interviste rilasciate a Teleticino. Alle 20.00 andrà in onda l'intervista del tg Talk del 2019 condotta da Sacha Dalcol e alle 20.30 un'intervista del 2017 con Franco Lazzarotto.