
"Impedire che il virus arrivi negli allevamenti". È questo l'obiettivo delle misure di prevenzione contro l'influenza aviaria che da oggi e fino al 31 marzo 2026 sono in vigore in tutta la Svizzera, Ticino compreso, come spiegato a Ticinonews dal veterinario cantonale Luca Bacciarini. Il tutto, ricordiamo, è stato deciso la scorsa settimana dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), d'intesa con i Cantoni, a seguito del rilevamento del virus in alcuni esemplari di anatre e in un cigno in uno stagno gestito dal Comune di Wil (SG) e in considerazione dell'elevata circolazione del patogeno in Europa.
"Evitare il contatto"
"Quello che bisogna impedire", continua Bacciarini, "è che animali selvatici che possono essere potenzialmente portatori del virus, entrino in contatto con gli animali domestici". Da qui il consiglio di "tenere, dove possibile, gli animali all'interno o aree protette dove gli uccelli selvatici non possono entrare". Dove questo non è possibile, "bisogna fare in modo che l'acqua di abbeveraggio e il foraggio siano all'interno, così da non attirare animali esterni".
Il rischio per l'uomo
Per l'uomo "il rischio esiste, ma è veramente minimo". L'esempio portato dall'esperto è quello "di alcune strutture molto grandi con decine di migliaia di animali, principalmente in Spagna, dove il virus erano presenti e alcuni collaboratori hanno sviluppato della sintomatologia pseudo influenzale". Infine, il consiglio per chi dovesse trovare un uccello morto, "è di non toccare l'animale, eventualmente fare una fotografia georeferenziata e segnalarla all'Ufficio caccia e pesca o, al di fuori degli orari d'ufficio, alla polizia cantonale".
