Ticino
Cresce il disagio psicosociale tra gli studenti, Lodi: "È un problema della società, non solo della scuola"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
un anno fa
Il Collegio dei direttori delle scuole medie superiori evidenzia in un documento la pressione messa sulla scuola dalle problematiche riguardanti i disagi psicosociali degli allievi. Lodi (Pro Juventute): "La scuola deve affrontare questioni che originariamente non le competevano".

Le scuole medie superiori (Sms) del Ticino hanno lanciato un grido d'allarme. Lo hanno fatto all'interno del documento "Le scuole medie superiori: ieri, oggi e domani", approvato la scorsa primavera dal Collegio dei direttori delle Sms, in cui viene spiegato come i docenti segnalano una difficoltà crescente nel gestire l'irrequietezza, l'aggressività e l'immaturità che sempre più allievi manifestano. Un documento oggetto da ieri anche di un'interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato dai deputati Mps Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini. Come spiegare questo crescente disagio psicosociale tra i giovani? Ne abbiamo parlato con Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute Svizzera italiana.

"È un problema della società, non solo della scuola"

Lodi dice di "condividere totalmente le preoccupazioni dei docenti". La scuola, spiega, "oggi si trova tra le proprie mura dei problemi che emergono in un luogo che rappresenta uno degli ultimi baluardi di collettività, dove le contraddizioni appaiono con tutta la loro forza". Il problema, per l'esperto, "non è soltanto a livello scolastico, ma di società. La scuola si trova però a dover affrontare delle questioni che originariamente non le competevano". 

Cosa ha portato a questa situazione

"La situazione è molto complessa. Non bisogna dimenticare che oggi i giovani sono confrontati con un contesto di vita radicalmente diverso da quello a cui erano confrontati i ragazzi di 10-15 anni fa". Per il direttore di Pro Juventute Svizzera italiana "si tratta di un insieme di circostanze che ha dato un'accelerata incredibile all'intera situazione e i giovani non riescono più a gestirla". Una situazione "che va osservata con la massima attenzione, perché a rimetterci sono proprio i più giovani e sono sempre loro - o dovrebbero esserlo - i beneficiari delle nostre attenzioni".

"La scuola deve tornare a educare"

Per Lodi bisognerebbe tornare "con estrema urgenza a occuparsi del cuore del problema. Quale funzione ha la scuola? Quella di educare". Educare, per l'esperto, "significa anche dare autonomia ai docenti e alle sedi scolastiche di interpretare al meglio i bisogni dei ragazzi. La scuola deve tornare a pensarsi in quanto istituzione che si occupa di persone, prima ancora di funzionari".

"I giovani non hanno colpe"

Della situazione attuale "i ragazzi non hanno nessuna colpa". Loro, secondo Lodi, "sono oggi interpretati da tutto ciò che li circonda, fondamentalmente, come dei consumatori, come persone che sono a disposizione di qualche cosa che non è sempre ben definita, ma che può produrre ricchezza". I giovani "non hanno responsabilità, perché ciò che hanno a disposizione è stato dato loro da noi adulti ed è per questo che propri questi ultimi devono assumersi le proprie responsabilità".