Confine
La benzina comasca fa gola ai ticinesi
Immagine archivio CdT/Fotogonnella
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Ginevra Benzi
3 anni fa
In questi giorni, sempre più ticinesi di recano a Como per fare il pieno a un prezzo inferiore rispetto a quello svizzero, lasciando però completamente a secco molti distributori che si ritrovano senza scorte

Da quando la guerra in Ucraina ha fatto schizzare alle stelle il prezzo del carburante, molta gente ha iniziato a cercare una soluzione più economica oltreconfine. L’Italia, lo ricordiamo, ha infatti tagliato le accise per andare incontro ai suoi cittadini, con la conseguente diminuzione di 30 centesimi al litro. La Svizzera ha invece deciso, per ora, di non introdurre alcuna misura analoga per cercare di frenare l’aumento internazionale del costo della benzina. Una situazione, lo rende noto il quotidiano La Provincia di Como, che ha portato molti ticinesi a recarsi oltreconfine, per lo più nel comasco, per fare rifornimento a un prezzo nettamente più economico rispetto al Ticino, ma che sta lasciando a secco molti distributori.

Scorte insufficienti
Questo fine settimana molti gestori di benzinai si sono ritrovati con le scorte letteralmente esaurite a causa del boom di rossocrociati che hanno deciso di risparmiare qualche franco facendo rifornimento nel capoluogo comasco. Al distributore “self service” di Camerlata, ad esempio, sia lunedì che ieri non era possibile fare il pieno perché non c’era più neanche una goccia di benzina. La causa di questa penuria è da ricondurre al fatto che molti esercenti hanno effettuato ordini di carburante sulla base dei soliti quantitativi, ma che ad oggi non corrispondono all’aumento della domanda da parte dei clienti. “Non accade ovunque, gli svizzeri si vedono alle pompe comasche nelle zone di confine” ha precisato a La Provincia di Como Daniela Maroni, vice presidente nazionale e presidente provinciale della Federazione dei gestori dei distributori di carburante. “In città sicuramente vicino alla dogana l’aumento delle vendite grazie alla clientela ticinese è un fatto. C’è quindi chi ha fatto poche scorte, non sufficienti rispetto all’attuale domanda di carburante”, ha concluso Maroni.

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