Ticino
Benzina, in Italia il prezzo torna “accessibile”
Immagine CdT
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Lara Sargenti
2 anni fa
Il governo ha deciso il taglio delle accise, che sono state ridotte di 25 centesimo al litro. Un provvedimento provvisorio, che potrebbe creare il turismo del pieno visto che il carburante costa meno oltreconfine. Quadri: “Serve un intervento”

Il conflitto Russia-Ucraina ha fatto impennare i costi della benzina, che hanno superato la soglia psicologica dei due franchi al litro, gravando sulle tasche degli automobilisti svizzeri. Nella vicina Italia il governo ha deciso di andare incontro al consumatore, varando il taglio delle accise sui carburanti e quindi del loro prezzo di vendita. Le accise sulla benzina sono quindi state ridotte di 25 centesimi al litro. Il provvedimento, entrato in vigore il 22 marzo, durerà 30 giorni ed è salutato con favore da Giuseppe Sperduto, presidente della Federazione dei gestori carburanti Confesercenti. “La nostra categoria accoglie con molto favore questo intervento, anche se transitorio, perché riporta a un discreto prezzo alla pompa del carburante”, spiega a Ticinonews. “Meno costa il carburante, più abbiamo possibilità di vendere all’utente”.

Cosa sono le accise

Sono una tassa che lo Stato italiano pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo. Vengono implementate per fronteggiare disastri naturali o altre situazioni di emergenza, come per esempio finanziare la ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012). In questo modo lo Stato trova subito fondi importanti. Una modifica del loro peso provoca infatti un immediato balzo delle entrate. Le accise più famose sono quelle che colpiscono i carburanti (benzina, gasolio), ma vengono pagate anche per altri prodotti come bevande alcoliche, tabacchi, energia elettrica, oli lubrificanti o fiammiferi.

Le differenze tra i benzinai svizzeri e italiani

In Svizzera il guadagno delle pompe di benzina si aggira sui 15-20 centesimi per litro. In Italia il margine è molto più basso e si lavora sui volumi, spiega ancora Sperduto. “Abbiamo mediamente 3 centesimi lordi al litro. Più costa il prodotto, meno litri vendiamo perché il potere d’acquisto del cittadino, molto ristretto in questo periodo, mette in difficoltà le nostre stazioni”. E il periodo è stato molto duro, aggiunge. “Fino al taglio delle accise, mettendo 20 euro, l’utente riceveva meno di 10 litri. Su una macchina di media cilindrata significa percorrere almeno 60 km in meno. Questo è stato molto pesante”.

Serve un intervento anche in Svizzera

Il caro carburante ha spinto anche alcuni politici in Svizzera a chiedere l’intervento del Consiglio federale. I consiglieri nazionali Piero Marchesi (UDC) e Lorenzo Quadri (Lega), in due distinti atti parlamentari, hanno chiesto di sospendere temporaneamente le tasse sui carburanti affinché l’aumento del costo finale a carico del consumatore venga calmierato. Se da un lato il prezzo di acquisto del carburante è determinato dal prezzo del petrolio, fortemente influenzato dalla situazione geopolitica ed economica, le tasse rappresentano infatti la voce più importante. Alla luce della decisione italiana, per Quadri l’intervento del Consiglio federale diventa ancora più urgente, visto che si rischia anche un turismo della benzina verso l’Italia, dove il carburante costa ora meno. “Ora c’è un esempio concreto che si potrebbe seguire”, spiega il consigliere nazionale leghista a Ticinonews. “La Svizzera dovrebbe muoversi considerando il fatto che quasi la metà della famosa imposta sugli oli minerali va a finire nelle casse generali della Confederazione”.

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