Ticino
"Caso Baud", anche il Partito comunista scrive a Cassis: "Il DFAE intervenga formalmente"
Redazione
6 ore fa
Secondo il PC, "non è ammissibile che si sdogani con tale facilità la possibilità di bloccare i conti correnti e di censurare la libertà di espressione, e persino di ostacolare la libertà di movimento di un cittadino svizzero, senza che nemmeno un tribunale si sia espresso".

Dopo ElvEthica Ticino, è toccato al Partito comunista scrivere al consigliere federale Ignazio Cassis in merito all’inserimento dell’ex colonnello Jacques Baud in una lista di sanzioni dell’Unione Europea (UE). Un'iscrizione avvenuta “senza che nei suoi confronti sia stato condotto un regolare procedimento giudiziario, senza che si sia potuto difendere e senza che siano state dimostrate azioni penalmente rilevanti”, si legge nella missiva. Secondo il PC, si tratta quindi di “sanzioni politiche che limitano la libertà di opinione e rappresentano una violazione della certezza del diritto”.

"Situazione inammissibile"

L’UE – scrive ancora il Partito comunista – “sta reprimendo nostri concittadini solo perché esprimono opinioni politiche discordanti da quelle egemoni. È un fatto che il nostro Paese non può accettare e che ci auguriamo comporterà una decisa azione diplomatica nei confronti dell’UE”. In particolare, si chiede che il Dipartimento federale degli affari esteri intervenga formalmente “non solo a tutela del nostro concittadino, garantendogli piena assistenza e protezione consolare, ma anche presso tutte le istituzioni elvetiche, vietando alle stesse di applicare le illegali sanzioni dell’Unione Europea sul nostro territorio nazionale”. Non è infatti ammissibile “che si sdogani con tale facilità la possibilità di bloccare i conti correnti e di censurare la libertà di espressione e persino di ostacolare la libertà di movimento di un cittadino svizzero senza che nemmeno un tribunale si sia espresso".

L'invito

Il PC ricorda che è la seconda volta che "presunti alleati” del nostro Paese "si permettono di agire in maniera illegale contro nostri concittadini privi di responsabilità penali: lo stesso è avvenuto quando Israele ha sequestrato dei cittadini svizzeri in acque internazionali". E ora "viene colpito addirittura un nostro ufficiale a riposo per aver ...parlato. Sicuri che il Governo vorrà proteggere i nostri concittadini ingiustamente sanzionati, le saremmo grati di ricevere un riscontro a questa vertenza e alle ulteriori azioni previste dal DFAE", conclude il partito.