Conflitti
Jacques Baud nella lista di sanzioni UE, ElvEthica Ticino scrive a Cassis: "Conseguenze gravissime"
Redazione
7 ore fa
Il partito pone una serie di domande al consigliere federale e direttore del Dipartimento affari esteri. "Perché il diretto interessato non è stato avvertito preventivamente dalle autorità svizzere?"

HelvEthica Ticino esprime “profonda preoccupazione” riguardo al trattamento riservato a Jacques Baud, cittadino svizzero già collaboratore dei servizi d’intelligence della Confederazione, del Dipartimento federale degli affari esteri, delle Nazioni Unite e della NATO. Secondo informazioni circolate pubblicamente, Baud sarebbe stato inserito in una lista di sanzioni dell’Unione europea, “con conseguenze particolarmente gravi”, scrive Elvethica in una lettera aperta indirizzata al consigliere federale Ignazio Cassis. “Congelamento dei conti bancari, impossibilità di svolgere attività economiche, restrizioni alla libertà di movimento e divieto di ricevere assistenza materiale da terzi”. Tali misure “risulterebbero applicate in assenza di qualsiasi procedimento penale, accusa giudiziaria o violazione di leggi accertata”.

"Un caso che solleva interrogativi"

Sempre secondo le informazioni disponibili – si legge ancora nella missiva – “le sanzioni non sarebbero motivate da atti criminali, bensì dall’esposizione pubblica di analisi sul conflitto NATO–Russia, peraltro fondate prevalentemente su fonti ucraine, statunitensi e occidentali”. Analisi che, per quanto possano essere discusse o contestate, “rientrano a nostro avviso nell’esercizio legittimo della libertà di espressione e di analisi”. Questo caso “solleva interrogativi di estrema rilevanza per tutti i cittadini svizzeri, in particolare per coloro che risiedono all’estero, e ci induce a rivolgere una serie di domande alle quali riteniamo doveroso ricevere risposte chiare e circostanziate”.

Le domande

Il partito chiede dunque a Cassis se può confermare che il DFAE fosse a conoscenza, prima della decisione formale dell’Unione europea, dell’intenzione di sanzionare un cittadino svizzero residente in uno Stato membro dell’UE, e in quale forma tale informazione è pervenuta alle autorità elvetiche (semplice notifica, consultazione preventiva o richiesta di assenso). Si domanda altresì se il DFAE ha espresso obiezioni o riserve nei confronti dell’inserimento di Baud in una lista di sanzioni dell’UE, e in caso contrario per quali motivi. Non solo: ElvEthica Ticino vuole anche sapere per quale ragione il cittadino interessato “non è stato avvertito preventivamente dalle autorità svizzere, neppure a titolo informale o cautelativo, delle conseguenze imminenti che lo avrebbero privato dei mezzi di sussistenza e di diritti civili fondamentali”.

Di seguito gli altri interrogativi posti:

Il DFAE ritiene compatibile con i principi dello Stato di diritto, della libertà di espressione e della neutralità elvetica l’adozione di sanzioni di natura politica nei confronti di un cittadino svizzero per aver formulato analisi pubbliche basate su fonti occidentali?
Quali misure di protezione consolare e diplomatica sono state attivate, o si intendono attivare, a favore di Jacques Baud, considerata la sua attuale situazione di grave vulnerabilità materiale e giuridica? Può escludere che analoghe misure possano in futuro colpire altri cittadini svizzeri che esprimano valutazioni, analisi o opinioni divergenti dalla linea politica dominante in ambito europeo o internazionale?
Il Consiglio federale considera accettabile che un cittadino svizzero venga di fatto privato dei propri diritti fondamentali senza una decisione giudiziaria, sulla base di un atto politico-amministrativo straniero?
Quali garanzie può offrire il DFAE ai cittadini svizzeri residenti all’estero affinché essi non diventino oggetto di misure di sanzione o censura per il solo esercizio della libertà di espressione?
Il DFAE ritiene conforme ai doveri di uno Stato sovrano che un cittadino svizzero, ex funzionario pubblico e servitore dello Stato, venga lasciato senza mezzi di sussistenza e senza tutela effettiva all’estero, nonché senza un possibile aiuto da parte di terzi (per esempio amici), a seguito di un atto politico-amministrativo straniero, senza che la Svizzera intervenga pubblicamente o diplomaticamente a sua difesa?