
Dall’unica casa rimasta in piedi accanto a un grande cantiere vuoto, rinasce qualcosa di nuovo. A Bellinzona, tra storia e trasformazione urbana, un edificio storico del Viale Portone si veste d’arte e diventa simbolo di rinascita. “Casa Petra”, è questo il nome dell’istallazione su larga scala ticinese Sir Taki e promossa da Studio Gest. Un progetto che trasforma un luogo di passaggio in un’occasione di riflessione collettiva. “È una voglia di creare vita in uno spazio che naturalmente è morto”, ci ha spiegato il direttore di Studio Gest, Nicolò Verganti. “I cantieri sono uno spazio in divenire, che nascono e crescono. Ma la popolazione non percepisce realmente quello che si sta creando finché il cantiere non giunge al termine. Installazioni artistiche come Casa Petra, la prima di una serie in progetto, danno la possibilità di interagire con questi spazi”
Rinascita
Realizzata come un collage fotografico che abbraccia tutte le facciate dello stabile, l’opera invita a guardare oltre la distruzione, focalizzandosi – invece – sulla rinascita. “Dietro la gru ci sono dei soldati che interagiscono con una facciata che è stata bombardata. Se poi ci si sposta tutto a sinistra ci sono invece degli spettatori al cinema con occhialini 3D che osservano quello che c’è al centro dell’edificio, in cui c’è quello che definisco un tentativo di ripartenza di ricostruzione”, ci ha detto l’artista Sir Taki.
Un’opera effimera
Casa Petra segna anche l’inizio di una nuova fase per l’intero comparto. “L'opera è effimera, quindi durerà soltanto per il tempo del cantiere”, ha precisato Verganti. “Nel momento in cui questo terminerà, verrà ristrutturata la vecchia casa Regusci all’interno di un complesso da tre blocchi”. Oltre mille metri di superfice commerciale e oltre 50 appartamenti. Effimera l’opera come il materiale stesso con cui è stata composta ovvero la carta, che, tenendo conto degli elementi di cantiere presenti, racconta una storia.