Educazione
Carobbio: "Non è stato un anno scolastico semplice. Il disagio giovanile è in aumento"
© CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
2 mesi fa
In occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno scolastico, la consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti ha discusso dei problemi emergenti come il disagio giovanile nella scuola ticinese, sottolineando la necessità di risorse e interventi preventivi. Inoltre, sono stati presentati processi di innovazione in corso, come la sperimentazione del superamento dei corsi A e B e l'anticipo dell'insegnamento del tedesco in prima media.

Si avvicina la conclusione dell'anno scolastico 2023-2024 per 55mila allieve e allievi ticinesi, il primo interamente sotto la guida della consigliera di Stato e direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti. Un anno scolastico oggi discusso durante la tradizionale conferenza stampa tenutasi a Bellinzona, dove si è parlato dei dossier in corso e sugli impegni che verranno. Non si è trattato, tuttavia, di un anno semplice. Marina Carobbio ha evidenziato l’importante discrepanza tra i fenomeni emergenti – il disagio giovanile, la salute mentale, l’assenteismo scolastico, eccetera –  e le risorse disponibili per farvi fronte. Poco più di una settimana fa, lo ricordiamo, alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona si è verificato un episodio che ha destato non poche preoccupazioni e anche se - sottolinea sempre Carobbio - "è doveroso evitare di trarre conclusioni generali da casi singoli, ma le manifestazioni di disagio da parte delle e dei giovani, anche stando a chi la scuola la vive e la fa tutti i giorni, sono sempre più numerose e frequenti. Si tratta di un fenomeno che tocca trasversalmente tutta la società, che deve interrogarci, e che deve essere affrontato da tutte le istanze educative, coinvolgendo in primis le famiglie". Benché gestirlo non sia il ruolo principale della scuola, sempre più spesso le direzioni scolastiche e il corpo docente sono chiamati a farsene carico, andando anche al di là del proprio compito. "Ciò va evidenziato e riconosciuto". Proprio per poter avere una società più coesa, il Dipartimento sta continuando a lavorare su concetti chiave quali quelli di accoglienza, equità, inclusione, parità.

Inclusione e accessibilità

Carobbio ha voluto ribadire quanto indicato a inizio anno, citando la Legge sulla scuola stessa: “La scuola pubblica è un’istituzione educativa al servizio della persona e della società. Tale deve essere, senza esclusioni, con una vera uguaglianza di opportunità, nell’interesse dell’intero cantone”. Si tratta “di garantire un accesso equo a un’istruzione inclusiva e di qualità per tutte le allieve e tutti gli allievi, indipendentemente dalla situazione sociale ed economica; una scuola capace di accogliere tutte le diversità, tema che è stato oggetto anche della prima sessione parlamentare cantonale delle persone con disabilità della scorsa settimana”. Il progetto portato avanti dal gruppo di lavoro “Ripensare l’inclusione” raggiunge un obiettivo intermedio importante.  Il Ticino – ha indicato il capo della Sezione della pedagogia speciale, Mattia Mengoni – è già molto attento alle necessità di allievi e allieve con bisogni educativi particolari e, da anni, favorisce percorsi di integrazione e di inclusione. La sfida che gli attori scolastici sono oggi chiamati ad affrontare è di capitalizzare le esperienze accumulate negli anni rispetto ai diversi sostegni erogati e alla pedagogia specializzata. Le analisi e le valutazioni svolte nell’ambito del progetto “Ripensare l’inclusione” hanno permesso di identificare quattro dimensioni fondamentali per favorire lo sviluppo di un sistema scolastico inclusivo e accessibile: la flessibilità delle misure, la differenziazione didattica, la formazione del corpo insegnante e la cultura di istituto.

Investimento sul futuro

Questo approccio “permetterà di affrontare meglio anche situazioni di disagio”, ha ribadito la direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti, che è voluta tornare sul fenomeno che preoccupa il mondo della scuola. Vari gli sforzi in atto su questo fronte. “Il DECS, assieme al Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), nell’ambito di un tavolo di dialogo, sta definendo nuovi ambiti di intervento per far fronte al disagio giovanile, favorendo nel contesto scolastico un accompagnamento adeguato delle allieve e degli allievi come pure delle loro famiglie”. Queste operazioni – gli sviluppi sul fronte dell’inclusione, il tavolo di dialogo DECS-DSS – permettono “di utilizzare al meglio le risorse oggi disponibili. Le risorse, per lo meno quelle attuali, vanno però garantite. Ciò detto, se si vuole tuttavia continuare a poter rispondere alle esigenze e alle fragilità, ai disagi, è innegabile che prima o poi serviranno più risorse e il personale necessario. Sappiamo anche che prima si interviene, meglio è: per i bambini, le bambine, i giovani interessati, le famiglie e per la società tutta; più difficile e oneroso farvi fronte tardi. È un investimento sul futuro, si tratta di prevenire marginalità ed esclusione”.

Prevenzione e gestione di comportamenti inadeguati

Stando ad un primo bilancio - redatto dal DECS a un anno di distanza dall’emanazione delle Direttive sui comportamenti inadeguati nelle scuole cantonali - le segnalazioni giunte alle sezioni di riferimento durante l’anno scolastico 2023-2024 sono in totale 15 (ritenuto che il corpo docenti conta 4'800 persone). Sette di queste hanno portato a richiami e una ad un ammonimento, ha indicato Giorgio Franchini, capo della Sezione amministrativa. Le Direttive sono affiancate da altre misure quali il perfezionamento della procedura di selezione delle direttrici e dei direttori delle scuole cantonali. Il DECS sta contemporaneamente lavorando ad un accompagnamento specialistico a sostegno delle direttrici e dei direttori confrontati a casi di comportamenti inadeguati, come pure a una formazione per il personale dirigente e docente. "Resta naturalmente di fondamentale importanza – è stato ricordato – agire anche a livello preventivo".  

Livelli A-B, tedesco in prima media e pausa meridiana

L’anno scolastico 2023-2024 è stato anche caratterizzato da numerosi processi di innovazione avviati alcuni mesi or sono e attualmente in corso, come la sperimentazione sul superamento dei corsi A e B, oppure – oggetto nei mesi passati di forme di coinvolgimento e consultazione –  l’anticipo dell’insegnamento del tedesco in prima media, il progetto di nuova Legge delle scuole dell’obbligo o, ancora, la pausa meridiana nella scuola dell’infanzia, ha evidenziato il direttore della Divisione della scuola e coordinatore del DECS, Emanuele Berger. La possibilità per le e i docenti di scuola dell’infanzia di beneficiare di un momento di pausa durante il pranzo era stata introdotta nel 2021-2022. In seguito alle numerose segnalazioni ricevute nel corso dei primi anni di applicazione, che mettevano in evidenza la difficolta nel reperire personale idoneo a sostituire i e le docenti, sono stati consultati i portatori di interesse scolastici cantonali e comunali per identificare criticità e possibili soluzioni. La consultazione ha permesso di elaborare alcuni correttivi che hanno portato a una modifica di regolamento cosicché sia più facile la ricerca delle e degli operatori della pausa meridiana e al tempo stesso vi sia una sufficiente continuità pedagogica ed educativa durante la refezione (refezione che, nella scuola dell’infanzia, è un momento educativo a tutti gli effetti). Il regolamento permetterà ora maggiore flessibilità rispetto ai profili richiesti. In aggiunta, sarà introdotta una formazione specifica affinché operatrici e operatori della pausa meridiana possano essere messi nelle condizioni di garantire una sufficiente continuità pedagogica ed educativa nella gestione del periodo di pausa del o della docente. L’obiettivo è raggiungere nel corso del prossimo anno scolastico una diffusione omogenea ed equa della pausa meridiana nelle scuole comunali e favorire in questo modo il benessere lavorativo dei e delle docenti della scuola dell’infanzia.