Ticino
Caro benzina, “arcobaleno a 30 franchi mensili”
Immagine CdT
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Lara Sargenti
3 anni fa
I Verdi propongono di abbassare il prezzo per il trasporto pubblico per andare incontro ai cittadini che non possono permettersi di spostarsi con l’auto visti gli alti prezzi del carburante: “La misura incide sulle importazioni di idrocarburi, quindi sulla guerra, e favorisce il clima”

Benzina troppo cara? Per i Verdi del Ticino è giunto il momento di “cambiare registro” e investire su altre misure, come il trasporto pubblico, l’elettromobilità e la produzione domestica di energia elettrica. È per questo che, tramite un’interrogazione al Consiglio di Stato, i Verdi chiedono di intervenire sul prezzo del trasporto pubblico, in modo da favorire chi soffre particolarmente dell’aumento dei prezzi dei carburanti, che nel nostro Cantone “sono tanti”. “Chi per contro può permetterselo non lascerà certamente il suo SUV nel garage e continuerà a pagare le accise sul carburante”, sottolinea il partito ecologista.

La proposta
Per contrastare i prezzi fuori controllo (un anno fa un litro di benzina costava 1,64 franchi, oggi il suo prezzo supera i 2,20 franchi) i Verdi propongono di introdurre un prezzo agevolato degli abbonamenti mensili Arcobaleno: 10 franchi per una o due zone, 20 franchi per tre o quattro zone, 30 franchi per 5 e più zone. Questo a partire da subito e fino alla fine del conflitto russo-ucraino. Qualora questa proposta non venisse ritenuta adeguata, il partito ecologista chiede al Consiglio di Stato quali altre possibilità vede per facilitare l’uso dei mezzi pubblici ai cittadini e contribuire a compensare i costi accresciuti per i carburanti. I Verdi citano tra l’altro l’esempio della Germania, che ha “appena introdotto un abbonamento generale per tutti i mezzi di trasporto regionali, ad eccezione dei treni a lunga percorrenza, per la modica somma di 9 euro mensili”.

Una misura contro la guerra e a favore del clima
Secondo i Verdi una misura di questo genere avrebbe il vantaggio di incidere direttamente sulle importazioni di idrocarburi, e in tal modo non favorire il protrarsi della guerra in Ucraina. “Il petrolio è un’arma politica ed economica dei paesi produttori di greggio per mettere sotto pressione i paesi consumatori che ne dipendono”, scrivono i Verdi, ricordando che sabato 28 maggio il ministro delle finanze russo Anton Siluanov “si è vantato del fatto che, grazie agli aumenti di prezzo di petrolio e gas, la Russia incasserà 14,5 miliardi di franchi in più da queste esportazioni, di che continuare a finanziare l’invasione dell’Ucraina”. Al contempo la misura andrebbe a vantaggio della lotta contro il surriscaldamento del clima.

Bocciate le proposte UDC
I Verdi si esprimono anche sulle proposte finora avanzate dall’UDC per compensare il rincaro dei prezzi della benzina e del diesel, ritenute non idonee per risolvere il problema. “L’UDC non chiede di limitare il consumo di carburanti e combustibili fossili, bensì di dimezzarne l’imposizione fiscale. Una proposta finora respinta dal Consiglio Federale”, ricorda il partito ecologista. “Ciò facendo, infatti, non solo continueremmo a finanziare la guerra di Putin, ma sottrarremmo pure cospicue somme alle casse dello stato, somme in particolare necessarie per finanziare la transizione energetica e per limitare la dipendenza dall’estero in campo energetico. Cementeremmo inoltre la nostra dipendenza da paesi totalitari che non esitano ad utilizzare il ricatto e, fatto ancora più grave, danneggeremmo ulteriormente il clima. Ad approfittarne poi maggiormente sarebbero i conducenti di SUV, ossia i veicoli più assetati di benzina e diesel”.

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