
Il Municipio di Lugano ha scelto di procedere deciso sul progetto del Campo Marzio Nord. Stando a quanto anticipato dal Corriere del Ticino, la via resta quella tracciata dal masterplan presentato due anni fa, che prevede la realizzazione di un grande polo congressuale e spazi pubblici. La vicenda ha fatto molto discutere nelle scorse settimane e per fare il quadro della situazione Ticinonews ha contattato il vicesindaco di Lugano, Roberto Badaracco.
A cosa è dovuta questa accelerazione?
“Dopo la fase di consultazione, ci siamo accorti che andava fatto il riassunto della situazione e dovevamo, come Esecutivo, prendere una decisione. All'interno del Municipio ci siamo confrontati e abbiamo scelto di andare dritti verso l'obiettivo. Perdere tempo non è più possibile; ogni anno che passa porta un ritardo sulla realizzazione del centro congressuale e per la città è fondamentale averne uno moderno e nuovo".
Lei ha ammesso che la consultazione con i partiti ha creato confusione. È un modo elegante per dire che è stato un errore politico?
“Errore forse no, perché ascoltare e consultare fa sempre bene. Ogni partito ha però voluto sottolineare diversi aspetti, portando le proprie soluzioni, e a un certo momento il Municipio deve fare una sintesi. Se si tiene conto di ogni piccolo aspetto - e lo si fa, nel limite del possibile - non si arriva mai a qualcosa di concreto. Ci siamo quindi detti che l'esercizio è stato fatto ed è stato importante, così come gli spunti che ha portato, ma è ora di formulare delle proposte come Esecutivo. Ed è ciò che intendiamo fare prossimamente”.
Cerchiamo di fare chiarezza: in concreto cosa cambierà rispetto alla versione iniziale?
“I contenuti fondamentali sono un Palazzo dei congressi capiente – si parlava tra le 1'300 e le 1'500 persone –, un centro funzionale moderno con anche un albergo e un posteggio interrato. Vi è poi tutta una zona che dovrebbe diventare residenziale, con appartamenti e spazi di uffici o di lavoro. L'idea è questa, con un grande spazio dedicato al verde. Io credo che la chiave stia nell'ottimizzare ciò che si può permettere al privato, concedergli a sufficienza per poter noi realizzare il palazzo congressuale a costi sopportabili. Parlavamo di una cifra intorno ai 50 milioni; si pensa che un edificio del genere possa costarne 100-110. Grazie alle concessioni private una buona metà della spesa ci verrebbe ‘bonificata’. Questo è l'obiettivo".
Chi ci segue da casa si starà chiedendo le tempistiche, cosa può dire a riguardo?
"Non vorrei sbagliare ancora, ma entro tre mesi dovrebbe arrivare il messaggio con la variante, che in seguito verrà presentata al Cantone. Con tutte le procedure di consultazione si parla di circa un anno. A quel punto il messaggio verrà presentato al Consiglio comunale e una volta ottenuta l'approvazione potremo fare gli accordi del caso con gli investitori privati per la realizzazione del progetto. Si parla di cinque anni se tutto fila liscio, dieci anni se va per le lunghe".