
Lo scorso anno, 30'223 persone hanno presentato una domanda d'asilo in Svizzera, ovvero il 23,3% in più rispetto al 2022. Un sensibile aumento che la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) motiva con un incremento delle richieste da parte di cittadini turchi, ma anche algerini e marocchini. Più in generale, delle 26'667 domande d'asilo liquidate lo scorso anno in prima istanza, poco più di una su quattro ha avuto riscontro positivo. Questi dati, pubblicati a livello federale, trovano riscontro anche nel nostro cantone. “Il 2023 è stato caratterizzato da un numero elevato di arrivi in Ticino, ma non ci sono stati picchi come nel 2022”, spiega ai microfoni di Ticinonews il capo dell’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati, Renzo Zanini.
Se l'assenza di tali picchi rende la gestione degli arrivi un po' più semplice, lo scorso anno su 606 attribuzioni al Ticino, 133 riguardavano minorenni non accompagnati. Il 22% del totale, contro l'11% del 2022. “Paradossalmente, la sfida più grande non è stata quella di trovare un alloggio per tutti, bensì proprio la gestione dei minorenni non accompagnati”, afferma Zanini. In questi casi, infatti, l’obiettivo è di “trovare una sistemazione consona e predisporre una presa a carico molto intensiva”.
Una presa a carico 24 ore su 24
Sistemazioni consoni e presa a carico adeguata. Facile a dirsi, un po' più complicato a farsi. “Il minorenne non accompagnato viene posto in una struttura dedicata e dal giorno uno viene preso a carico 365 giorni l’anno, 24 ore su 24”, precisa Zanzi. “Ci sono degli educatori che garantiscono l’accudimento dei ragazzi più giovani”.
“Dovremmo essere in grado di gestire la situazione”
Strutture e personale idonei sono dunque più che mai necessari, anche perché in Ticino attualmente ci sono solo 3 foyer, a Paradiso, Castione e Riazzino, e sono pieni. Si fa quindi capo ad altre strutture temporanee. E per il 2024, la SEM stima che le domande d'asilo saranno in linea con quelle di quest'anno. E di riflesso, anche le attribuzioni al nostro cantone. “I numeri restano alti e la situazione rimane difficile, ma se non ci saranno picchi, dovremmo essere in grado di gestirla”, conclude Zanzi.