Economia
Annullata la svalutazione degli AT1, Chiaradonna: "Una sentenza che riscrive la storia"
©Gabriele Putzu
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Redazione
6 ore fa
Il Tribunale amministrativo federale “ha detto che Credit Suisse era ancora ben capitalizzata e che all'epoca non si giustificava l’azzeramento dei titoli AT1”, spiega il caporedattore economia del Corriere del Ticino.

Una sentenza “che riscrive la storia”. Così il caporedattore economia del Corriere del Ticino, Generoso Chiaradonna, ha commentato a Ticinonews la decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF) di annullare la svalutazione delle obbligazioni AT1 (Additional Tier 1) di Credit Suisse, nell'ambito dell'acquisizione dello stesso CS da parte di UBS. “Tre anni fa questa operazione è stata giustificata con il fatto che Credit Suisse non poteva più rispondere ai suoi impegni e c’era dunque bisogno di un intervento parapubblico”, spiega Chiaradonna. Il TAF, invece, “ha detto che in realtà Credit Suisse era ancora ben capitalizzata e che all’epoca non si giustificava l’azzeramento dei titoli AT1”.

"Circa 360 dossier"

Gli Additional Tier 1 (AT1) “sono obbligazioni molto rischiose che diventano parte del capitale quando scatta una clausola ben precisa”, prosegue Chiaradonna. “La clausola in quel momento era rappresentata dall’intervento pubblico, a seguito del quale sono stati azzerati questi 16,5 miliardi di franchi di strumenti di capitale a rischio, detenuti da una serie di risparmiatori e investitori”. Investitori "che già nelle settimane successive a marzo 2023 si sono rivolti a vari tribunali, non solo in Svizzera; parliamo di circa 3'000 persone per 360 dossier”.

"Non solo 'squali della finanza'"

Gli investitori si sono mossi “per evitare che il loro investimento andasse a zero, perché la decisione della Finma ha azzerato il valore di queste ‘obbligazioni’: da un valore nominale di 16,5 miliardi sono passate a zero”. Tra coloro che si sono rivolti ai tribunali “ci sono sì i cosiddetti 'squali della finanza', ma troviamo anche risparmiatori e casse pensioni. Ricordo ad esempio che la cassa pensioni della Migros è parte in causa di questa vicenda per un valore di 100 milioni di franchi. Le ragioni per cercare di recuperare parte dell’investimento, insomma, c’erano tutte”, conclude Chiaradonna.

 

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